«Da un ex magistrato, da un politico navigato che ha rivestito la carica di sindaco e che oggi è presidente di Regione ci si aspetta di perseguire una corretta grammatica istituzionale nel solco di quel rispetto sacrale che gli amministratori pubblici debbono dimostrare nei confronti delle autorità e degli organi parlamentari. Invece il presidente Emiliano dimostra di compiere deliberatamente sgrammaticature istituzionali senza precedenti considerando, a suo dire, «inopportuna» la sua audizione in Commissione Antimafia. Un vero e proprio paradosso per un uomo di Legge e per un uomo delle Istituzioni. Il presidente di una Regione, travolta da inchieste molto pesanti e con un Comune capoluogo ove si è insediata una commissione di indagine, avrebbe dovuto chiedere per primo di essere audito per illustrare la sua attività amministrativa e per chiedere chiarezza. Invece Emiliano si sottrae al confronto, al dibattito nonostante la piena disponibilità della Presidenza della Commissione Antimafia. Un comportamento inconcepibile che ne segue altri narrati dallo stesso presidente della Regione Puglia durante un pubblico comizio, come i dialoghi con parenti stretti di boss mafiosi ove si «raccomandava» l’allora assessore Decaro».
A dirlo è il senatore di Fratelli d’Italia Salvo Sallemi, componente della Commissione Antimafia