«Grazie del pensiero, sono giornate difficili qui a Dar»: così una fonte dell’agenzia Dire da Dar Es Salaam, la capitale economica della Tanzania, dopo le manifestazioni di protesta e i disordini seguiti all’annuncio dell’elezione della presidente Samia Suluhu Hassan.
Stando ai dati ufficiali, il capo dello Stato avrebbe ottenuto il 97 per cento delle preferenze. L’esito della consultazione è però contestato dall’opposizione, in particolare dal partito Chadema. Suoi esponenti, nei giorni scorsi, hanno sostenuto che nell’intervento di poliziotti e militari per disperdere i cortei sarebbero state uccise in più città 700 persone. Una stima, questa, respinta dal governo e priva di conferme indipendenti.
«Ci sono state parecchie proteste e disordini, non si capisce quanti morti ci siano stati», sottolinea la fonte della Dire. «È stato un fenomeno dilagato in tutta la nazione». E ancora: «Ora a Dar c’è un po’ di respiro e si riesce a fare la spesa, ma ci sono checkpoint militari ogni cento metri».
La fonte, con comunicazioni via social, aggiunge: «Scrivo ma non so quando arriveranno i messaggi; ci è stato tolto internet da mercoledì scorso e ancora non ci danno la rete». La comunicazione resta dunque intermittente e precaria. «Samia dovrebbe giurare domani», riferisce la fonte. «E quindi potrebbero esserci nuovi disordini».
Il capo dello Stato è una dirigente di Chama Cha Mapinduzi, il partito che governa la Tanzania dal 1961. Tundu Lissu, figura di spicco di Chadema, resta invece in carcere dallo scorso anno: deve rispondere di accuse di «tradimento».
Vincenzo Giardina



