Il futuro passa per l’intelligenza artificiale. La quotidianità ne è sempre più pervasa, la scienza e la tecnologia stanno sperimentando nuove frontiere fino a pochi anni fa inimmaginabili. Le persone comuni interrogano ChatGpt e sfruttano le potenzialità basilari annesse e connesse all’IA. Ma una questione tiene banco: i chatbot sono pronti a sostituire i motori di ricerca? È questo quanto dobbiamo aspettarci nel prossimo futuro o il dominio di Google continuerà incontrastato (e gli altri motori continueranno a occupare la piccolissima fetta di propria competenza)? Una prima considerazione va fatta: i colossi tech si sono mossi per integrare a pieno titolo l’intelligenza artificiale all’interno dei propri motori di ricerca, e non poteva essere diversamente. Da alcuni mesi Google ha implementato a pieno titolo Gemini, la potentissima IA made in Mountain View, all’interno del proprio motore di ricerca: ogni qualvolta si inserisca una query in Big G, infatti, il primo risultato è generato proprio da Gemini (con efficacia e attinenze, almeno per il momento, a volte più che discutibili). È chiara la volontà di contrastare l’ascesa di OpenAI e arginare ChatGpt e il suo motore di ricerca interno SearchGpt. Una strategia per altro confermata dai vertici di Google nel corso dell’ultima conferenza degli sviluppatori I/O 2025. Le ricerche su Google saranno – o almeno questo è ciò che si sono imposti i vertici aziendali – sempre più intelligenti. Grazie a delle capacità di ragionamento più avanzate «sarà possibile porre domande sempre più lunghe e complesse», aveva rilevato nelle scorse settimane il Ceo di Google, Sundar Pichai. Sarà sufficiente per arginare l’ascesa dei chatbot e successive evoluzioni? Se bisogna valutare lo stato dell’arte attuale, interessanti spunti di riflessione sono forniti da una recente analisi di Onelittleweb, che fotografa una crescita notevole dei chatbot: tra aprile 2024 e marzo 2025, infatti, l’utilizzo di ChatGpt e soci è incrementato dell’80,92%, per un totale di 55,2 miliardi di visite. Dati enormi, ma nella realtà dei fatti ancora piuttosto insignificanti. Lo studio dimostra infatti che i motori di ricerca continuano a dominare nel vero senso del termine il traffico web; Google da solo ha registrato 1,63 trilioni di visite nello stesso periodo, con un calo del traffico dello 0,51%, insignificante anche alla luce della crescita prepotente dei chatbot di intelligenza artificiale. Nel complesso, i primi 10 motori di ricerca hanno registrato un leggero calo, passando da 1.872,5 miliardi di visite (aprile 2023 – marzo 2024) a 1.863,0 miliardi di visite (aprile 2024 – marzo 2025). Sebbene i chatbot abbiano guadagnato terreno, il loro traffico combinato di 55,2 miliardi di visite rimane una frazione, appena 1/34 del traffico totale generato dai motori di ricerca. I dati, almeno per il momento, parlano da soli.