Con il rientro al porto di Lyttelton in Nuova Zelanda, la nave da ricerca italiana Laura Bassi ha concluso la missione che l’ha portata a navigare per due mesi nelle acque antartiche a supporto delle attività di ricerca scientifica. Termina così anche la 40a spedizione scientifica in Antartide finanziata dal Ministero dell’Università e Ricerca (MUR) nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), gestito dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) per il coordinamento scientifico, dall’ENEA per la pianificazione e l’organizzazione logistica delle attività presso le basi antartiche e dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) per la gestione tecnica e scientifica della rompighiaccio Laura Bassi. La nave Laura Bassi era partita lo scorso 15 dicembre dal porto di Lyttelton con a bordo un equipaggio navigante di 23 membri 42 persone come personale tecnico e di ricerca. La rompighiaccio ha completato due rotazioni dalla Nuova Zelanda all’Antartide, circumnavigando il Mare di Ross e raggiungendo la Base italiana in Antartide «Mario Zucchelli» (MZS) per attività di logistica e supporto. Dopo una breve sosta in Nuova Zelanda, la nave riprenderà il suo viaggio per rientrare in Italia, dove prevede di arrivare tra circa 40 giorni di navigazione con una rotta attraverso l’Oceano Pacifico australe, doppiando Capo Horn e percorrendo l’Oceano Atlantico a favore di vento. È iniziata a Concordia, presso la base italo-francese, la 21a missione invernale del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA). Con un simbolico passaggio di consegne, lo station leader della campagna estiva, a Concordia, Riccardo Scipinotti (ENEA) ha affidato la gestione della stazione alla glaciologa Simona Grimaldi (Università di Catania) che guiderà, come capo spedizione invernale, il nuovo gruppo di 13 winterover, composto da 6 italiani del PNRA, 6 francesi dell’Istituto polare francese Paul-Émile Victor (IPEV) e un medico inglese dell’Agenzia spaziale europea (ESA). A oltre 3mila metri di altezza e a 1.200 chilometri dalla costa, i 13 ricercatori trascorreranno nella base italo-francese il lungo inverno antartico, nel corso del quale le temperature possono raggiungere anche i -80 °C. In completo isolamento per nove mesi e con tre mesi di notte polare, ossia in totale assenza di luce, il team garantirà la manutenzione della stazione e porterà avanti 14 attività scientifiche, tra progetti di ricerca e osservatori permanenti, su diverse discipline.
Michele Basile