Cosa significa cavalcare la seconda onda? Per Arthur Brooks – docente ad Harvard, autore di numerosi libri ed editorialista del The Atlantic – si tratta di un passaggio fondamentale: «Passare da un ambito che premia l’intelligenza fluida a un altro che premia l’intelligenza cristallizzata. Imparare a sfruttare la saggezza». Ma come si affronta questa transizione? Il primo passo è accettare che l’invecchiamento fa parte della vita. Con il passare degli anni, non solo il nostro corpo cambia, ma anche la nostra mente: le capacità, le prospettive e le opportunità si trasformano. Tuttavia, molte persone, una volta superati i quarant’anni, tendono a negare questa realtà, cercando di replicare inutilmente gli sforzi della giovinezza. Brooks, facendo riferimento alle teorie di Raymond Cattell, descrive l’intelligenza fluida come «Quella che normalmente consideriamo intelligenza grezza, e i ricercatori hanno scoperto che è associata alle capacità di lettura e di calcolo. Gli innovatori di solito hanno un’abbondanza di intelligenza fluida». Questo tipo di intelligenza caratterizza i giovani che si distinguono per la capacità di imparare rapidamente, concentrarsi sull’essenziale e trovare soluzioni innovative. Non è un caso che molti «geni» e scienziati abbiano compiuto le loro scoperte più importanti nella prima metà della vita: Charles Darwin, Linus Pauling, Paul Dirac. Analizzando l’età dei vincitori del Premio Nobel, emerge chiaramente che «Le possibilità di compiere una scoperta importante aumentano regolarmente nel corso della ventina e della trentina, per poi ridursi drasticamente nei quaranta, cinquanta e sessanta. Inutile dire che ci sono eccezioni. Ma la probabilità di imbattersi in un’innovazione importante a settant’anni equivale in sostanza a quella che si ha a vent’anni: attorno allo zero». Questo modello non si applica solo alla scienza. Brooks evidenzia come cambiamenti simili interessino gli sportivi professionisti, i lavoratori del settore finanziario e chi opera in ambiti creativi. Ecco perché cavalcare la seconda onda significa fare il passaggio da un’intelligenza fluida, orientata all’innovazione, a un’intelligenza cristallizzata, che valorizza l’esperienza e la saggezza accumulata nel tempo. Molti, tuttavia, affrontano questa fase con frustrazione, incapaci di accettare che la seconda metà della vita richiede un approccio diverso. Un esempio illuminante è quello di J. S. Bach, uno dei più grandi geni della storia della musica. Bach realizzò i suoi capolavori più celebri nella prima metà della sua vita, per poi essere superato in fama, durante la vecchiaia, dal figlio Carl Philipp Emanuel. Lungi dal lasciarsi abbattere, Bach accettò il cambiamento, reinventandosi: «Sperimentò un declino professionale come innovatore musicale, ma lungi dal sentirsi frustrato o depresso, concluse la sua vita come padre felice e reinventò sé stesso come maestro». Sfruttò, in altre parole, l’intelligenza cristallizzata che «Contando su una riserva di conoscenza, tende ad aumentare con l’età dopo i quaranta, cinquanta, sessanta». Il successo sembra più difficile da raggiungere, le soddisfazioni diminuiscono, i rapporti familiari rischiano di irrigidirsi. Per reagire, si tende a intensificare gli sforzi, negando i cambiamenti fisici e mentali che appaiono sempre più evidenti. Questo atteggiamento, però, genera spesso rabbia, paura e delusione, portando a burnout, depressione e dipendenza dal lavoro, invece di quella gioia e appagamento che ci si aspettava di trovare. Secondo Brooks, per cavalcare la seconda onda occorre disintossicarsi dalla dipendenza dal successo e ripensare le proprie fonti di soddisfazione. Spesso si crede che «Soddisfazione = Ottenere quello che si vuole», ma questa equazione è illusoria e conduce a infelicità e frustrazione. Brooks stesso ha vissuto questa dinamica: alla soglia dei cinquant’anni, aveva raggiunto tutti i traguardi prefissati, ma non si sentiva appagato. Ha quindi intrapreso un percorso di crescita personale, studiando come trasformare le delusioni in opportunità. Attraverso uno studio approfondito di biografie di personaggi di successo, scienze sociali, filosofia, neuroscienze, teologia e saggezza orientale, Brooks ha elaborato una strategia per rendere la seconda metà della vita più felice e significativa della prima. La sua ricerca, che spazia da Marco Aurelio a Thoreau, dal Vanaprastha induista alla mitologia greca, fino a Dante e David Foster Wallace, offre una chiave universale: la felicità è alla portata di tutti, a tutte le età. Rifocalizzando le priorità, esplorando la saggezza interiore, prendendo le distanze dal materialismo e dedicandosi agli altri, è possibile intraprendere un cammino verso una vita consapevole e gratificante. La chiave sta nello sviluppo di una connessione profonda con sé stessi e con il mondo, trovando significato nel servizio, nella spiritualità e nella crescita personale. Un percorso che, in definitiva, ci prepara a vivere in modo più autentico e felice.
Maria Anzalone