I brividi corrono lungo la schiena, come un vento gelido che ti sorprende all’improvviso. Eppure sono qui, seduto sul divano, con mio figlio accanto. La partita Napoli-Roma al Diego Armando Maradona è appena iniziata, un momento che vorrei vivere senza distrazioni. Ma qualcosa interrompe il flusso della normalità, qualcosa che scivola oltre il tempo e lo spazio. Lo avevano già ascoltato quelli allo stadio, loro che erano lì a vivere quell’attimo unico: un frammento di eternità, un pezzo inedito di Pino Daniele. La sua famiglia, con un gesto di amore infinito, ha deciso di donare al mondo questa traccia preziosa, custodita nel silenzio per anni. Ed è quel silenzio che ora avvolge anche il salone di casa mia. Non nascondo la rabbia iniziale, l’insofferenza di non essere lì, tra quelle bandiere azzurre e gli abbracci stretti sotto il cielo di Napoli. Ma in un attimo tutto cambia. La tensione si dissolve, lasciando spazio a qualcosa di più grande. Le note iniziano a riempire la stanza, e io resto immobile, con le lacrime agli occhi, incapace di trattenerle. Pino Daniele non è mai stato solo un cantante. Come Massimo Troisi non è mai stato solo un attore. Come Diego Armando Maradona non è mai stato solo un calciatore. Sono anime di Napoli, fratelli e amici, compagni di viaggio. Non li abbiamo mai visti da lontano: li abbiamo vissuti. Sono la voce di chi siamo, della nostra città, delle nostre vite intrecciate di amore e dolore, di risate e malinconia. La voce di Pino riempie l’aria, e ogni parola sembra sussurrata al cuore. Parla di un muro che crolla, di una strada che si apre, di un popolo che non smette mai di sognare. «On the road again», canta, e sento che quella strada è anche la mia. È la nostra, quella che percorriamo ogni giorno, tra ricordi e speranze, tra ombre e luce. Non so dirvi se questa canzone sia bella o brutta. Non importa. È Pino. E tanto basta. Ogni nota, ogni parola è intrisa della sua anima, quella che torna a trovarci per ricordarci chi siamo, da dove veniamo, e perché continuiamo a camminare. Non è solo una canzone: è una carezza per il cuore, un abbraccio per chi non c’è più, un ponte invisibile che ci tiene uniti anche nella distanza. Quando il pezzo finisce, guardo mio figlio e gli sorrido. Non so se ha capito tutto quello che ho provato, ma non importa. So che un giorno lo capirà. Perché quella musica, quella voce, quel silenzio che pesa come un miracolo sono parte del nostro patrimonio. Sono il filo che ci lega a una storia più grande, quella di Napoli, di chi ha imparato a vivere tra il dolore e la bellezza, tra le perdite e le rinascite. E così, con le lacrime ancora agli occhi, penso al passato, al futuro, alla strada che ci attende. On the road again, Pino. Siamo ancora qui, e tu sei sempre con noi.
Tonino Scala