«Non potevo mancare oggi al «Global Welfare Summit», non solo perché è un importante evento sul welfare globale in Italia, che sviluppa la sua attività di ricerca grazie con una prospettiva multidimensionale, ma anche perché è stata un’occasione per ribadire il lavoro che la Commissione da me presieduta sta svolgendo per strutturare il secondo pilastro della sanità integrativa, con prestazioni che, da un lato lo Stato non garantisce e dall’altro non riesce ad erogare. L’obiettivo a cui vogliamo arrivare è un modello di governance più strutturato e omogeneo con un monitoraggio sulle attività e sulle prestazioni sanitarie offerte ai beneficiari per accrescere l’integrazione tra Ssn e la sanità integrativa. Il Servizio sanitario nazionale è stato caratterizzato dai principi di universalità ed eguaglianza, veri e propri assi portanti della riforma del 1978. Tuttavia, il fenomeno delle liste da attesa, dimostra che il SSN, così come era stato pensato, seppur è un modello virtuoso non è sostenibile dal punto di vista economico. È dunque opportuno promuovere una riforma del sistema che potenzi le forme di assistenza complementare in una la logica di sussidiarietà e di «integrazione di sistema»: si tratterebbe di un affiancamento e rafforzamento del nostro Sistema sanitario, senza alcuna volontà di sostituirsi ad esso, garantendo quel supporto necessario – in termini di risorse – per rispondere meglio alle esigenze di salute che tutti hanno il diritto di ricevere. L’intervento consiste nel portare a un raddoppio dei cittadini coperti da fondi complementari (tendenzialmente da 15 a 30 milioni circa), contrastando l’elusione contributiva per aumentare la platea dei beneficiari, prevedendo l’introduzione di una contitolarità dei Fondi stessi sul recupero dei contributi omessi, e consentendo così la possibilità di ricorrere, anche in collaborazione con gli Ispettorati del lavoro, ad azioni di recupero coattivo delle omissioni contributive, oltre alla possibilità di accedere ai Fondi anche per lavoratori autonomi e P.IVA e per chi non esercita un’attività lavorativa. In commissione stiamo già lavorando ai testi, dunque spero di poter dare entro fine anno risposte più concrete».
Lo ha detto Francesco Zaffini, presidente della Commissione Affari Sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale di Palazzo Madama