«Prendiamo atto che la Corte Costituzionale, pur riconoscendo palesi criticità riguardo, soprattutto, alla tutela delle aspettative delle imprese e alla certezza dei rapporti giuridici della norma pensata nel 2015 dal governo Renzi, ha ritenuto di confermare la costituzionalità del meccanismo del payback richiesto alla aziende di dispositivi medici per il triennio 2015-2018, sottolineando chiaramente che si tratta di una valutazione circoscritta alle particolari condizioni di crisi dell’arco temporale preso in esame. Ora auspichiamo che si aprano margini di azione per affrontare e correggere le criticità normative persistenti per gli anni successivi e per affiancare e supportare il comparto nella gestione di una crisi di sistema senza precedenti.» così il senatore di Fratelli d’Italia Michele Barcaiuolo a commento della posizione della Consulta. La sentenza e le sue conseguenze in termini di impatto economico e occupazionale, – continua il Senatore Barcaiolo – mettono a rischio una filiera industriale di eccellenza come quella del biomedicale, che a Mirandola vede uno dei distretti di maggiore rilevanza a livello europeo. Siamo consapevoli come gran parte delle imprese non solo saranno nell’impossibilità di sostenere il saldo di quanto richiesto dalle regioni, ma saranno altresì costrette ad avviare procedure diffuse di mobilità e licenziamento, ad astenersi dalla partecipazione a gare pubbliche. Ciò causerà danni al comparto industriale, ai lavoratori e a diritto alla salute di cittadini e pazienti «, continua il senatore Barcaiuolo. A dispetto delle parole di soddisfazione di qualche governatore regionale di sinistra che predilige l’avanzo di bilancio a scapito dei posti di lavoro e della tutela della salute dei propri elettori, ci tengo a rassicurare le tante aziende del biomedicale modenese che mi farò promotore di iniziative concrete affinché questo Governo possa agire e perché nessuno sia lasciato nell’impossibilità di lavorare, produrre pagare gli stipendi ai propri lavoratori e garantire forniture di qualità ai nostri ospedali», conclude Barcaiuolo.