Sono almeno 532 le persone arrestate durante le proteste di piazza e i disordini dell’ultima settimana in Bangladesh: ad annunciarlo è stato oggi un portavoce della polizia di Dacca, Faruk Hossain, confermando che in manette sono finiti anche esponenti del partito di opposizione Bnp. Stando a bilanci già diffusi, le violenze nel Paese hanno provocato almeno 155 morti. All’origine delle proteste, animate in particolare dagli studenti universitari, un sistema che prevede quote nell’assegnazione dei posti di lavoro nel settore pubblico. Tra le categorie privilegiate figurano familiari di ex veterani ed esponenti di minoranze. Proprio ieri la Corte suprema del Paese ha stabilito che il sistema delle quote va rivisto. Ai familiari dei veterani non dovrebbe spettare un terzo dei posti di lavoro, attualmente garantito, si legge nel dispositivo dei giudici, ma solo il cinque per cento. Nell’ultima settimana, la contestazione si è rivolta anche contro il governo guidato da Sheikh Hasina, al potere da 15 anni con il suo partito Awami League. La formazione politica della prima ministra aveva consolidato la propria maggioranza in parlamento nel gennaio scorso. Le elezioni legislative erano state però segnate dal boicottaggio del Bnp, il Bangladesh Nationalist Party.
Vincenzo Giardina