L’ultimo scivolone in ordine di tempo è quello che lo ha portato pubblicamente a scambiare Zelensky per il suo acerrimo nemico Putin e, pochi secondi dopo, la sequela di inciampi è continuata, chiamando con il nome del suo avversario, Donald Trump, la sua vice- nonché da ieri neo candidata alla presidenziali- Kamala Harris. Tutto questo è avvenuto appena 10 giorni fa, nella conferenza stampa di conclusione del vertice NATO a Washington. Ma Joe Biden– che ieri ha annunciato ufficialmente la sua ‘resa’ dalla corsa alla Casa Bianca– non è affatto nuovo alle gaffe. Anzi, lui stesso, una volta, si è definito ironicamente «gaffe machine» e questo anche molto prima che si mettessero in dubbio le sue condizioni psicofisiche o che superasse la soglia degli 80 anni. Addirittura quando era vicepresidente di Barack Obama ha messo insieme alcune vere e proprie figuracce, causate da lapsus e frasi inopportune.
. Già nel 2008, quando lanciò la sua campagna da vicepresidente di Barack Obama, Biden descrisse quello che poi è diventato presidente Usa «il primo afroamericano in politica eloquente, brillante, pulito e di bell’aspetto». E proprio questa frase lo fece additare come razzista.
. Sarà la tensione da campagna elettorale che abbassa il livello delle performance di Biden, ma sempre nel 2008, l’attuale presidente degli Stati uniti, in un comizio in Missouri, invitò più volte, e con slancio, il senatore Chuck Graham ad alzarsi per godersi gli applausi: «Dai alzati Chuck!» ha insistito rivolgendosi al vicino, che purtroppo, in quanto paraplegico, non poteva affatto alzarsi.
. Un paio di anni dopo, mise in imbarazzo l’ex premier irlandese Brian Cowen quando gli disse: «Sua madre ha vissuto per 10 anni a Long Island, che riposi in pace…». Peccato che chi era venuto a mancare non era la madre, ma il padre del politico irlandese.
. Più clamoroso il lapsus del 2019 quando confuse le premier del Regno unito: «Margaret Thatcher è seriamente preoccupata per gli Stati Uniti sotto la guida di Donald Trump». Biden intendeva l’allora premier britannica Theresa May, ma ha citato la Lady di ferro morta nel 2013.
. «I bambini poveri sono altrettanto brillanti e altrettanto talentuosi dei bambini bianchi». Quindi una breve pausa, per poi aggiungere (e correggersi): «Bambini ricchi, bambini neri, bambini asiatici». Anche a queste parole infelici, pronunciare nel 2019 in Iowa, mentre parlava di istruzione, seguirono accuse di razzismo.
. Ma la gaffe che si merita il podio tra tutte è quella della conferenza in cui stava annunciando di aver firmato un ordine esecutivo, con misure a sostegno del diritto all’aborto. Biden infatti ha concluso il discorso, leggendo per sbaglio la frase conclusiva del «gobbo» che stava utilizzando. «È interessante notare che la percentuale di donne che si sono registrate per votare è sempre superiore alla percentuale di uomini che lo fanno», ha detto, prima di aggiungere «fine citazione, ripetere frase».
. Più recente la gaffe dello scorso giugno, quando Biden, parlando con i giornalisti prima di volare a Chicago, ha confuso l’Ucraina con l’Iraq. Alla domanda su fino a che punto Vladimir Putin sia stato indebolito dai recenti avvenimenti, la risposta è stata’: «Difficile dirlo, ma sta chiaramente perdendo la guerra in Iraq. Sta perdendo la guerra in casa».
E l’elenco a dire il vero è ancora lungo, si può citare anche l’episodio dello scorso febbraio quando il presidente, in visita in Polonia, è caduto scivolando dalla scaletta dell’Air Force One presidenziale, immagini che hanno fatto il giro del mondo. Ma decisiva su tutte è stata la performance sottotono del confronto con Donald Trump, il 27 giugno scorso, che ha messo apertamente in discussione la sua candidatura, fino ad arrivare alla lettera di resa di ieri e al ‘passaggio di consegne’ alla sua vice.
Cristina Rossi