Donald Trump è il primo Presidente nella storia degli Stati Uniti – in verità, attualmente ex con dichiarato obiettivo di spostare di nuovo la residenza alla Casa Bianca – a essere stato giudicato colpevole di un reato nel corso di un processo. È un dato di fatto. Donald Trump non è il primo Capo di Stato e/o di Governo a essere coinvolto in uno scandalo legato al sesso. Anche questo è un dato di fatto. Per Gramsci «in principio era il verbo. No, in principio era il sesso» il vero motore del mondo. Effettivamente, percorrendo a ritroso la storia, sarebbe difficile contare tutti i governanti che hanno peccato di lussuria, prendendo questa espressione in prestito dalla cultura cattolica che, a Occidente e quindi anche negli USA, è ancora predominante. Non conta che essa sia spinta da sentimenti o dal puro desiderio. Conta, piuttosto, che sesso e potere si declina, quasi sempre inesorabilmente, in sesso è potere. Molte scelte, alcune decisive per le sorti di un intero Paese o di una comunità di persone, sono legate all’amore, sia inteso come azione o moto dell’animo. Dai libri di storia a quelli di letteratura, da Antonio e Cleopatra alla mitologia greca con Elena di Sparta che divenne Elena di Troia (termine, tra l’altro, oggi usato come terribile epiteto sessista nei confronti delle donne), i precedenti sono davvero troppi. Tocca citarne solo alcuni, più recenti e per certi versi, più vicini a noi.
«Feci un errore e fui umiliata globalmente nel primo scandalo dell’era internet». Il Sexgate del XX secolo è senza dubbio legato alla relazione extraconiugale tra il 42º presidente degli Stati Uniti d’America, Bill Clinton, e Monica Leweinsky. Uno scandalo che arrivò fino all’accusa di Impeachment nel 1998 (ma già nel 1996 una foto li ritraeva abbracciati a una festa). Dopo oltre 25 anni, l’allora stagista nell’ufficio legislativo della Casa Bianca rivede la se stessa di allora in questo modo: «A 22 anni mi sono innamorata del capo, poco dopo mi sono resa conto delle conseguenze devastanti di questo». Clinton la definì «regina del sesso orale», lei dice di essere stata «sottoposta a gogna mediatica», con la diffusione delle foto e delle conversazioni con l’alluna Presidente. Da quella esperienza però è nata una serie American Crime History, di cui è coproduttrice. Si chiama, guarda caso, Impeachment.
Ruby «nipote di Mubarak», le Olgettine, le cene eleganti ad Arcore, il «pullman di troie» come premio di produzione per i dipendenti (vocabolo che, guarda caso, ritorna), le battute sessiste ma soprattutto Noemi Letizia, la giovane di Casoria a cui il Presidente del Consiglio in carica fece visita nel giorno del 18esimo compleanno. Processi, scandali, tradimenti, intercettazioni telefoniche, nomi e volti noti della televisione e della politica. Servirebbe un articolo a parte per raccontare il rapporto tra Berlusconi, le donne e il potere. Un eterno ‘ménage à trois’ di cui non si è mai vergognato anzi, ha sempre mostrato con sfacciata fierezza la sua passione per la bellezza femminile. Un amore che inciso, e non poco, nella sua vita pubblica, politica, imprenditoriale.
Piero Bonito Oliva