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L’Italia ritorna in Antartide

Gazzettino Italiano Patagónico by Gazzettino Italiano Patagónico
4 de noviembre de 2025
in Ecología
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L’Italia ritorna in Antartide
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Al via la 41a stagione della ricerca italiana nelle basi antartiche che quest’anno coinvolgerà circa 200 tra ricercatori e tecnici impegnati in numerosi ambiti di ricerca

Il primo contingente di tecnici italiani atterrato in Antartide ha già ripristinato l’operatività della base costiera Mario Zucchelli, chiusa dallo scorso febbraio, e sta verificando le condizioni del ghiaccio marino dove sarà allestita la pista di atterraggio per i successivi voli. Prende così il via la 41a Spedizione italiana in Antartide, che quest’anno coinvolgerà circa 200 tra ricercatori e tecnici impegnati in numerosi ambiti di ricerca, tra cui glaciologia,  climatologia, biodiversità e oceanografia. La missione, attuata da ENEA, Cnr e OGS, si svolgerà tra la base costiera Mario Zucchelli e quella in altitudine Concordia, oltre che a bordo della rompighiaccio Laura Bassi. Le missioni italiane in Antartide sono condotte nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR). Nello specifico, ENEA curerà la pianificazione e l’organizzazione logistica delle attività presso le basi antartiche. L’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) si occupa della gestione tecnica e scientifica della nave rompighiaccio Laura Bassi. Il trasporto di materiale e del personale impegnato nella missione avverrà con voli operati dalla 46° Brigata Aerea dell’Aeronautica Militare Italiana.

Gli interventi nelle basi antartiche

«Nel corso della Spedizione saranno realizzati interventi di ammodernamento della stazione Mario Zucchelli, tra cui la riqualificazione della viabilità interna, la manutenzione del molo e saranno realizzate opere per ospitare nuovi impianti tecnici, con l’obiettivo di rendere la base sempre più efficiente e funzionale. A Concordia, oltre alla manutenzione infrastrutturale delle due torri e degli shelter che compongono la stazione, saranno realizzati interventi per ridurre l’accumulo nevoso e per l’installazione di un nuovo modulo acqua nell’area Summer Camp» spiega Elena Campana, responsabile dell’Unità Tecnica Antartide ENEA che coordina le attività logistiche.

I progetti di ricerca

La base Mario Zucchelli vedrà impegnati circa 114 tra ricercatori e tecnici in diverse attività scientifiche (14 tra progetti e osservatori permanenti). Tra queste, lo studio delle interazioni tra Terra, ghiaccio e clima, per la comprensione delle dinamiche ambientali globali; l’analisi dell’inquinamento e dell’impatto antropico sull’ecosistema; lo studio della biodiversità e degli adattamenti degli organismi viventi in condizioni estreme; osservazioni di geofisica per lo studio dei movimenti della crosta terrestre e le deformazioni del suolo. Si svolgeranno inoltre ricerche di astronomia, astrofisica e meteorologia spaziale.

La stazione italo-francese Concordia

Per la campagna estiva nella stazione italo-francese Concordia ,a oltre 3 mila metri di altezza, saranno condotti circa 39 progetti di ricerca con il coinvolgimento di circa 80 partecipanti, tra cui il nuovo contingente invernale. Si tratta di un gruppo di 12 winterover composto da 5 italiani, 6 francesi e 1 britannico, che garantirà il funzionamento della base e il proseguimento delle attività di ricerca anche durante i nove mesi dell’inverno polare.

Il campo di Little Dome C

Anche quest’anno, a metà novembre sarà aperto il campo di Little Dome C, a 35 chilometri da Concordia, per la stagione conclusiva del progetto internazionale «Beyond Epica Oldest Ice». Nel campo si svolgeranno le operazioni di perforazione della roccia sottostante la calotta glaciale antartica e di estrazione di repliche dei campioni prelevati la scorsa stagione contenenti informazioni sul clima del passato fino a oltre 1,2 milioni di anni. «Grazie a queste nuove ricerche, approfondiremo la conoscenza del clima di questo delicato e prezioso ecosistema e indagheremo l’impatto che le attività umane possono avere anche in luogo così remoto e isolato, contribuendo con dati fondamentali alla comprensione delle dinamiche che regolano l’evoluzione del nostro pianeta» afferma Giuliana Panieri, direttrice del Cnr-Isp.

La nave rompighiaccio Laura Bassi

Le attività di ricerca della campagna scientifica si svolgeranno anche a bordo della nave Laura Bassi, che vedrà la realizzazione delle attività di 5 progetti scientifici. A bordo sono previsti 28 fra ricercatori e tecnici, oltre a un equipaggio navigante di 23 membri. «Le attività terranno impegnata la nave per più di 190 giorni» spiega Franco Coren, direttore del Centro Gestione Infrastrutture Navali dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS.

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