Figlio di genitori originari della Corsica, nato in Marocco in epoca coloniale, divenuto arcivescovo francese e con papa Benedetto XVI segretario per i Rapporti con gli Stati: è l’identikit di Dominique Mamberti, il cardinale protodiacono che avrà il compito di pronunciare la frase «Habemus papam». Settantatre anni, il porporato è da tempo una figura di spicco della diplomazia vaticana. È divenuto segretario per i Rapporti con gli Stati nel 2006 prima di assumere lo scorso anno il ruolo di protodiacono: colui che, appunto, è incaricato di presentare al mondo il nuovo pontefice a elezione avvenuta. «Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam», questa la formula prevista in latino. In italiano si traduce come «Vi annuncio una grande gioia: abbiamo il Papa». A conclave ormai chiuso, dopo la fumata bianca che avrà annunciato l’elezione avvenuta, Mamberti presenterà il nuovo pontefice e comunicherà il nome che si sarà dato. A questo punto il neo-papa si affaccerà dalla loggia centrale della basilica di San Pietro per rivolgere il saluto ai fedeli e impartire la sua prima benedizione «Urbi et orbi». Ma come mai proprio Mamberti? La ragione sta nelle norme della costituzione apostolica: nell’ottobre 2024 il cardinale è divenuto il porporato più anziano appartenente all’ordine dei diaconi, uno dei tre che compongono il collegio cardinalizio insieme a quello dei presbiteri e a quello dei vescovi. C’è però una possibile variante di programma: se a diventare pontefice fosse proprio Mamberti, a pronunciare l'»habemus papam» non sarebbe lui ma un suo sostituto.
Vincenzo Giardina