«La detenzione di Ekrem İmamoğlu, principale rivale politico di Erdoğan, e di oltre 100 suoi collaboratori solleva gravi interrogativi sullo stato della democrazia in Turchia. A pochi giorni dalle primarie del Partito Popolare Repubblicano, questo intervento delle autorità rischia di influenzare il processo politico e di limitare il pluralismo. In un Paese che aspira a far parte dell’UE, il confronto democratico dovrebbe avvenire nelle urne. Se gli sconvolgimenti globali e la ridefinizione delle relazioni transatlantiche stanno favorendo un avvicinamento tra Bruxelles e Ankara, dalla sicurezza all’economia, la fiducia si costruisce anche e soprattutto sul rispetto dei principi democratici».
Lo ha scritto su X la deputata di Azione Federica Onori, segretaria in Commissione Esteri.