Quella in svolgimento a Roma presso la sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) da oggi 25 al 27 febbraio è la seconda sessione della United Nations Biodiversity Conference COP16, la cui prima parte ha avuto luogo a Cali, in Colombia, dal 21 ottobre all’1 novembre 2024. I delegati presenti a Cali alla Conferenza delle Parti della Convenzione sulla diversità biologica (COP 16) hanno fatto il punto sui progressi compiuti nell’attuazione del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework (KMGBF) dalla sua adozione nel 2022. La COP 16 ha riconosciuto i progressi compiuti nei due anni precedenti e ha evidenziato la necessità di accelerare l’azione. A oggi, 119 Paesi, che rappresentano la maggior parte dei partecipanti, hanno presentato obiettivi nazionali per la biodiversità che riflettono l’allineamento con il KMGBF. La COP 16 a Cali è terminata prima che i rimanenti punti all’ordine del giorno potessero essere considerati per l’adozione. Ora, i negoziati sulla biodiversità, rimasti incompiuti, sono tornati sul tavolo. Ma che cosa c’è in gioco? Lo spiega Kaveh Zahedi, Direttore dell’Ufficio FAO per il clima, la biodiversità e l’ambiente, in un comunicato diffuso dall’a FAO Newsroom. «Le delegazioni che si riuniscono nuovamente a Roma dovranno affrontare le questioni in sospeso, che saranno cruciali per l’azione a favore della biodiversità, con la trasformazione dei sistemi agroalimentari che emerge come elemento centrale per il successo globale» dice Zahedi. Secondo la FAO, questa conferenza rappresenta un’opportunità cruciale per sottolineare un messaggio vitale: trasformare i nostri sistemi agroalimentari non è solo vantaggioso, ma è indispensabile per salvaguardare la biodiversità globale. «La biodiversità è assolutamente fondamentale per la sicurezza alimentare e la trasformazione dei nostri sistemi agroalimentari. Pensate a questo aspetto: la nostra capacità di produrre cibo in modo sostenibile, assicurando che tutti abbiano abbastanza da mangiare ora e in futuro, è costruita direttamente sulle fondamenta della biodiversità» spiega Zahedi. Infatti, oltre alle specie che raccogliamo direttamente, la biodiversità comprende anche le innumerevoli altre specie che svolgono ruoli essenziali, spesso invisibili, nel far funzionare i nostri sistemi alimentari. Il fatto è che sono queste le specie che alimentano le funzioni e i servizi vitali dell’ecosistema. «La partita per arginare e invertire la perdita di biodiversità che sta investendo ogni angolo del globo, e in particolare il Sud del mondo, è cruciale» dichiara Greenpeace in relazione alla ripresa della COP16 a Roma. «L’appuntamento arriva a pochi mesi dalla COP16 di Cali, in Colombia, sospesa per il mancato accordo sulle risorse economiche che i Paesi del Nord globale avevano promesso di destinare al Sud del mondo per contrastare la perdita di biodiversità. […] Lo stallo più grande da superare è la mancanza di impegni concreti dei Paesi più ricchi in favore di quelli in via di sviluppo, i più impattati dalla perdita di biodiversità: una questione essenziale per attuare il Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework (KM-GBF), il Quadro Globale per la Biodiversità». «Inoltre, è importante ridurre e riallocare a favore di un’effettiva ed efficace protezione della natura i sussidi elargiti ai settori ambientalmente dannosi, cui anche il nostro Paese contribuisce in misura significativa». Tra il 2016 e l’inizio del 2023, denuncia il report di Greenpeace EU Bankrolling ecosystem destruction (scarica qui il documento), diverse istituzioni finanziarie con sede in Italia hanno contribuito con 10 miliardi di euro in credito e oltre 2,5 miliardi di euro in investimenti a importanti società in settori come quelli lattiero-caseario, della mangimistica, dei biocarburanti e del packaging, che mettono a rischio gli ecosistemi del pianeta. Una nota del WWF sottolinea come «Il venir meno dei «servizi ecosistemici» forniti dalla natura costituisce un pericolo esistenziale per grandi e i piccoli operatori economici, per gli agricoltori e per le comunità locali. Questa prospettiva è particolarmente evidente nei Paesi in via di sviluppo, dove la perdita di biodiversità moltiplica squilibri economici e sociali, povertà e crisi sanitarie. Alla COP16.2 di Roma sarà cruciale raggiungere un accordo sui finanziamenti per la biodiversità e rilanciare il dialogo tra Paesi del Nord e del Sud del mondo. Alla COP16 di Cali i negoziati erano stati sospesi a causa delle divergenze in merito alla proposta di istituire un nuovo fondo per la biodiversità. Queste divergenze permangono, mettendo a serio rischio l’implementazione del KMGBF». 39 Organizzazioni e reti di Organizzazioni della società civile operanti nei settori dell’ambiente, della tutela del territorio e delle persone, dello sviluppo sostenibile e della cooperazione internazionale hanno aderito all’appello del WWF Italia per chiedere al Governo italiano di adoperarsi per facilitare un accordo sulla mobilitazione delle risorse finanziarie e garantire un maggiore impegno finanziario dell’Italia per la biodiversità nei fondi multilaterali dedicati.