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Educazione sessuale a scuola? «No» per 8 italiani su 10: «Subito una legge anti-gender»

Gazzettino Italiano Patagónico by Gazzettino Italiano Patagónico
24 de febrero de 2025
in Sociales
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Educazione sessuale a scuola? «No» per 8 italiani su 10: «Subito una legge anti-gender»
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Subito una legge per aiutare i bambini «vittime dell’ideologia gender nelle scuole». Per il Governo Meloni «il tempo è scaduto». È l’ultimatum di Pro Vita e Famiglia, che chiede all’esecutivo di «essere coerente» con i punti del programma di centrodestra e di «intervenire sul piano legislativo e in maniera risolutiva contro la propaganda gender e il diritto alla priorità educativa dei genitori»: a parlare è il portavoce dell’associazione, Jacopo Coghe, che in una conferenza stampa all’Hotel Nazionale di Roma, in piazza di Montecitorio, ha sottolineato, «da papà di sei bambini, il dovere e la responsabilità morale da parte del Governo, che deve rispondere alla propria base elettorale», ricordando dichiarazioni e post di Giorgia Meloni e Matteo Salvini durante gli anni a sostegno delle campagne di Pro Vita. «Se la maggioranza di centrodestra non ci ascolterà, siamo pronti a scendere in piazza: da oggi parte una mobilitazione nazionale, con la campagna ‘Mio figlio no’, per denunciare tutti i casi di propaganda gender», la ‘promessa’ di Coghe, che sottolinea come i Pro Vita siano «disposti a sedersi al tavolo con tutti i partiti per elaborare insieme una legge che tuteli la libertà». A supporto della richiesta, l’associazione ha presentato un sondaggio condotto dall’Istituto Noto, illustrato dal direttore Antonio Noto, secondo cui per il 76% degli italiani l’educazione sessuo-affettiva è una responsabilità dei genitori, con solo il 14% a indicarne la priorità alla scuola. Secondo Coghe, «c’è una strategia all’interno della scuola per influenzare e inculcare nelle nuove generazioni una visione distorta della sessualità e della natura umana. Dal 2013 lo abbiamo denunciato con tutti i Governi che si sono succeduti, ma l’unica eccezione è stato il ministro Bussetti con una circolare per il consenso informato preventivo. Purtroppo è stata solo una circolare, e tutti gli altri Governi che si sono succeduti non intervenire sul piano legislativo e in maniera risolutiva contro la propaganda gender e il diritto alla priorità educativa dei genitori mai affrontato seriamente il problema o hanno addirittura operato per il suo aggravamento». Oggi, però, «al Governo ci sono forze che all’opposizione condividevano le nostre battaglie contro la propaganda di genere e il diritto alla priorità educativa dei genitori, quindi aspettiamo un intervento risolutivo sul tema. La vittoria di Trump e i primi ordini esecutivi contro l’ideologia gender, la transizione nei minori, i trans nelle categorie femminili degli sport e lo stop ai bloccanti della pubertà, così come i passi indietro che vediamo anche in Europa e in tanti altri Paesi, ci mostrano che qualcosa sta cambiando, che possiamo fermarci prima arrivare a quel punto». Il portavoce di Pro Vita e Famiglia ha raccontato che «più volte abbiamo ricevuto rassicurazioni da Valditara, ma le scuole italiane continuano a essere terreno di conquista dell’ideologia gender, della carriera alias e dei progetti lgbt che si moltiplicano. È il momento di un intervento serio, efficace e definitivo: ci appelliamo a Governo e Parlamento per una legge che confermi la priorità educativa dei genitori e tuteli la libertà di coscienza dei nostri bambini. La Costituzione può fare da guida, non è più possibile che vengano promosse nelle scuole la fluidità o la transizione di genere: ce lo chiede il buonsenso, ce lo chiedono i genitori, le famiglie e la coerenza dei partiti che hanno fatto della lotta all’ideologia gender il pilastro dei loro programmi».

Gabriele Narducci

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