Ormai è chiaro. Il Presidente degli Stati Uniti e il dittatore russo si stanno mettendo d’accordo su come spartirsi le ricchezze dell’Ucraina. Se ne fregano di valori come libertà dei popoli, diritti e limiti alla responsabilità politica. Per loro conta soltanto la forza (militare) e, tramite questa, gli affari che ne derivano. E non fa niente se per raggiungere i rispettivi scopi si abbonda in menzogne, si calpesta la verità. A chi vuoi che importi? Nel mondo, purtroppo, i cittadini vivono immersi nell’intrattenimento continuo, nel ‘ed ecco a voi…’, non hanno tempo nè voglia di stare dietro alle tragedie che vivono milioni e milioni di esseri umani, in Ucraina, a Gaza e in altre parti del mondo. Oggi il presidente Trump, povero allocco chi pensava il contrario, ha ritirato fuori il suo vero volto di uomo d’affari, che per arrivare al bottino, ops, all’accordo, non si si fa scrupolo di stringere un patto anche col diavolo. Oggi ha attaccato ferocemente il Presidente dell’Ucraina Zelensky, senza vergogna lo ha accusato di aver scatenato la guerra alla Russia, è stato Zelensky non Putin che con le sue milizie ha invaso l’Ucraina. Non solo, si è messo pure a sbeffeggiare il Presidente ucraino, lo ha definito ‘comico mediocre’ che è riuscito ad ottenere centinaia di miliardi dagli Stati Uniti (aridaje) per ‘una guerra che non avrebbe mai vinto… Zelensky si rifiuta di indire elezioni, è molto basso nei sondaggi ucraini e l’unica cosa in cui è stato bravo è stato suonare Biden». Questo è il Presidente degli Stati Uniti, il comandante in capo del Paese più forte del mondo. Il povero Zelensky ha cercato di ribattere, ha detto che Trump era vittima della propaganda russa, che le sue parole sono frutto della disinformazione che gli rifila Putin. Questo atteggiamento americano, ahimè, potrebbe essere letto come una sorta di via libera a chi non vede l’ora di far fuori Zelensky, non solo politicamente. Nei teatri di guerra, le cronache americane sono maestre in questo, c’è sempre qualcuno pronto a fare il lavoro sporco in cambio di un bel gruzzolo. La situazione per quanto riguarda noi europei è al limite del tragico. Ogni paese pensa per sé, ognuno cerca di fare bella figura (a parole) mentre si prepara alla resa nei confronti del più forte. Sperando che il calar le braghe basti, dimenticando le lezioni del passato: se decidi di servire il padrone di turno ogni altro padrone ti tratterà sempre da servo. Quello che più sconvolge, che smuove le viscere dallo schifo, che in passato avrebbe causato immediatamente una ‘resa dei conti’ politici e che adesso invece passa in cavalleria, è il documento top secret scovato dal quotidiano inglese The Telegraph, in cui si elenca il ‘bottino’ che gli Stati Uniti di Trump vogliono portarsi a casa dall’Ucraina. Il ragionamento è che i 500 miliardi di dollari che hanno sganciato per la guerra contro la Russia adesso che con la Russia loro diventeranno amici devono tornare indietro. Quello che hanno messo nero su bianco fa venire i brividi, e si capisce anche il motivo per il quale Putin si sta accaparrando i territori ucraini. Trump punta a una ‘colonizzazione economica permanente’, con riparazioni e oneri peggiori di quelli imposti alla Germania dal Trattato di Versailles, che avrebbe favorito negli anni l’ascesa al potere dei nazisti di Adolf Hitler. Lo scenario, come detto, è prefigurato dal quotidiano britannico Telegraph, che cita «una bozza di contratto» sottoposta da Donald Trump a Volodymyr Zelensky sul futuro dell’Ucraina secondo Washington. E’ anche a questo documento che Zelensky ha fatto riferimento oggi, prima di ricevere a Kiev l’inviato americano Keith Kellogg. La bozza, marcata come «preferenziale e confidenziale», recherebbe la data del 7 febbraio. Secondo il Telegraph, è il seguito a una proposta formulata in origine dal presidente ucraino: la sua idea sarebbe stata invitare gli Stati Uniti a una partecipazione diretta nello sfruttamento delle terre rare dell’Ucraina per ancorare Washington alla difesa del Paese, con nuove forniture di armi e attività estrattive proprio nelle regioni minerarie dell’est, più vicine al fronte russo. Il piano, stando al Telegraph, si fonderebbe su una premessa: dell’offensiva militare di Mosca del 2022, Washington ha supportato Kiev con armi, stanziamenti e aiuti per 500 miliardi di dollari. Ora gli americani dovrebbero passare all’incasso. Prendendosi, azzarda il quotidiano, la metà delle entrate derivanti dall’estrazione dei minerali, porti e infrastrutture, oltre alla metà del valore di «tutte le concessioni accordate a terze parti». Il meccanismo sarebbe stato sintetizzato così da una fonte informata: «Prima ci paghi, poi dai da mangiare ai tuoi bambini». Agli americani andrebbero titanio, tungsteno, uranio, grafite e altre terre rare a ridosso del Donbass. Risorse alle quali aggiungere il litio, del quale l’Ucraina è il primo custode in Europa: un minerale strategico per realizzare batterie elettriche anche se meno quotato che in passato, visto il calo dei prezzi di oltre l’80 per cento in due anni dovuto all’abbondanza dell’offerta globale. Stando al «contratto», Washington avrebbe diritto di veto. A garantirlo un nuovo fondo di investimento congiunto con Kiev: il suo obiettivo sarebbe impedire che «parti ostili» possano «beneficiare della ricostruzione dell’Ucraina». Ma torniamo ai 500 miliardi. La cifra è stata citata da Trump in settimana, in un’intervista con Fox News, anche se mettendo insieme i cinque pacchetti di aiuti approvati dal Congresso americano non si arriva a 200. Viene da ridere ma la cosa mette in risalto ancora di più la gravità del momento. Putin, sì proprio Putin, si è stupito del comportamento di Trump nei confronti di noi europei. Putin ha accusato i leader europei di avere ‘effettivamente interferito direttamente nel processo elettorale negli Stati Uniti, arrivando al punto di insultare direttamente uno dei candidati’. Poi ha dichiarato di essere ‘sorpreso’ da quella che ha definito ‘la moderazione’ di Trump nei confronti dei suoi alleati, che a suo dire si sarebbero comportati ‘in modo rozzo’. Fosse stato per lui, par di capire, ci avrebbe fatto fare a pezzi dai suoi cani rabbiosi. Alla fine, se per davvero i due boss si metteranno d’accordo, è chiaro che nella spartizione delle rispettive competenze, vedrete, ci sarà il ritiro e la chiusura delle basi americane in Europa, considerato che, come ha più volte denunciato Trump, noi europei non paghiamo il giusto prezzo allo zio Sam per difenderci. Sveglia Europa, prima che sia troppo tardi.
Nico Perrone