La grande Cattedrale di Notre Dame a Parigi, riaperta lo scorso 8 dicembre dopo i lunghi lavori di ristrutturazione seguiti al drammatico incendio del 15 e 16 aprile 2019, è un vero e proprio monumento per la biodiversità nel cuore della capitale francese. Le sue mura, i sui tetti e i suoi mille anfratti ospitavano, prima dell’incendio, ben 22 specie di pipistrelli, oltre a vari uccelli nidificanti come gheppi, taccole e codirossi spazzacamini. Grazie all’impegno ed alla sensibilizzazione svolta dalla LPO (Legue par la Protection de les Oiseaux), i recenti lavori di ristrutturazione hanno tenuto conto anche delle esigenze della piccola fauna della Cattedrale, facendo sperare nel ritorno di alcune specie protette che vivono lì da secoli, tra cui appunto il gheppio. Molto più di una cattedrale, Notre-Dame de Paris è un ecosistema. Le dimensioni imponenti di questa sorta di scogliera urbana in mezzo al fiume Senna e i suoi innumerevoli nascondigli sono una benedizione per alcune specie che hanno saputo adattarsi all’ambiente urbano. Nel 1986, l’edificio ospitava fino a 5 famiglie di gheppi, delle circa 30 che oggi si contano in tutta la nella capitale. Cosi come decine di coppie di passeri domestici, la cui popolazione parigina è diminuita del 75% in soli 20 anni. Dal 2022, la LPO sostiene l’istituzione pubblica denominata «Rebâtir Notre-Dame de Paris» in un approccio volto a integrare la biodiversità nei lavori di restauro. Nell’ambito di questo partenariato, le visite tecniche hanno permesso di identificare e valutare potenziali luoghi per ospitare i nidi e di proporre misure di miglioramento, dopo che tutti gli animali avevano abbandonato la chiesa a seguito dell’incendio. La LPO segue da diversi anni progetti di sostegno alla biodiversità all’interno di altri grandi edifici religiosi. La LPO PACA, per esempio, ha installato nel 2022 cassette nido per rondini e rondoni nella cattedrale Notre-Dame-et-Saint-Arnoux a Gap (Alte Alpi) ed è stata incaricata dalla Direzione regionale degli affari culturali (DRAC) di realizzare effettua la diagnostica ecologica di 7 cattedrali della regione, mentre la LPO Occitanie monitora una coppia di falchi pellegrini installati su quella di Albi (Tarn) dal 2001. Per Notre Dame il ritorno degli animali sarà senza dubbio graduale tuttavia già nel 2022 una prima coppia di falchi è riuscita a riprodursi in un pinnacolo dietro la Torre Nord. Insomma soprattutto con la fine delle attività di cantiere ci si aspetta di vedere rinascere anche la biodiversità all’interno e attorno a questo storico edificio, che davvero può divenire in tal senso un simbolo di rinascita non solo culturale e religioso ma anche della natura urbana.
Armando Gariboldi