Urne spaziali. Ci sono sette persone che alle prossime elezioni presidenziali americane partecipano… dallo spazio: i sette astronauti statunitensi che si trovano a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Potranno votare per Harris o Trump. La Nasa ha pubblicato le istruzioni per il voto spaziale. Potranno farlo tramite voto per corrispondenza o voto anticipato, in coordinamento con l’ufficio del segretario della contea in cui vivono. Il programma che glielo consente si chiama Space Communication and Navigation (SCaN). Così come la maggior parte dei dati trasmessi tra la stazione spaziale e il Mission Control Center del Johnson Space Center della NASA a Houston, i voti espressi nello spazio «viaggiano» attraverso la Near Space Network dell’agenzia, gestita dal Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt, nel Maryland. La rete collega le missioni entro 1,2 milioni di miglia dalla Terra con servizi di comunicazione e navigazione, inclusa la stazione spaziale. Dal New Mexico, la NASA trasferisce la scheda al Mission Control Center della NASA Johnson e poi al segretario della contea responsabile dell’espressione del voto. Per preservare l’integrità del voto, la scheda è criptata e accessibile solo all’astronauta e al segretario. Gli astronauti votano alle elezioni degli Stati Uniti dal 1997, quando il Texas approvò una legge apposita. Quell’anno, l’astronauta della NASA David Wolf divenne il primo americano a votare dallo spazio mentre era a bordo della Stazione Spaziale Mir. L’ultima è stata Kate Rubins nel novembre 2020. Vale la legge del Texas perché, sebbene gli astronauti provengano da tutti gli Stati Uniti, si stabiliscono in Texas in modo da poter essere vicini alle strutture di addestramento e supporto alla missione.
Mario Piccirillo