«Sì, possiamo dirlo: Trump è un fascista». Può dirlo e lo dice, Kamala Harris. La vicepresidente degli Stati Uniti supera una sorta di soglia psicologica. Lo fa intervistata da Charlamagne Tha God, un conduttore radiofonico particolarmente influente nella comunità afroamericana: la sua trasmissione raggiunge gli 8 milioni di ascoltatori al mese. Harris inizialmente si è dimostrata cauta, poi ammette: «Sì, possiamo dirlo». È la prima volta che Harris usa pubblicamente il termine «fascista» per descrivere Trump. Il giorno prima lo aveva definito «instabile e squilibrato» e «pericoloso». Ovviamente dal comitato elettorale di Trump hanno commentato con la consueta sobrietà: «Questo è il tipo di retorica disgustosa che ha portato a due tentativi di assassinio del presidente Trump». Trump che peraltro in passato ha ripetutamente etichettato Harris come «fascista», «comunista» e «marxista», definendo i Democratici «feccia» e «spazzatura assoluta». Nel frattempo Trump è protagonista di una lunga intervista a Fox News (che dopo manderà in onda anche l’attesissima intervista alla «nemica» Harris), nella quale ha come al solito detto la qualunque. Ad esempio: «Sono io il padre della fecondazione in vitro. Noi siamo il partito della fecondazione in vitro». E poi il Presidente ha dichiarato che, se venisse eletto, firmerebbe un ordine esecutivo per vietare le città- rifugio, in base a una legge vecchia di due secoli. «Elimineremo immediatamente tutte le città santuario… Posso farlo con un ordine esecutivo, l’Aliens Act del 1798. Possiamo espellere le persone dalle città santuario».
Mario Piccirillo