Si chiamava Shaaban Al-Dalou, aveva 19 anni e studiava ingegneria informatica all’Università Al-Azhar di Gaza. Questa l’identità della figura catturata nei filmati dei giornalisti nella notte tra domenica e lunedì, avvolta tra le fiamme, in seguito al bombardamento israeliano di ieri mattina sul campo profughi allestito nell’ospedale dei Martiri di Gerusalemme (Al-Aqsa Martyrs Hospital), a Deir el-Balah. A raccontare la sua storia e condividere le foto sono i media attivisti palestinesi. Il campo informale, nella località nel centro della Striscia di Gaza, è stata colpita nelle prime ore del mattino di ieri, mentre le persone dormivano. Nel campo, composto da tende e strutture di fortuna, è scoppiato un violento incendio e i soccorritori non hanno potuto fare altro che aiutare le persone fuori dal perimetro dell’incendio, aspettando chi riusciva a fuggire con delle coperte per spegnere il fuoco. Al-Dalou invece non ce l’ha fatta, ma la videocamera ha ripreso i suoi ultimi momenti e movimenti, mentre cercava di alzarsi. L’attacco al campo sfollati dell’ospedale era stato preceduto da un altro raid contro una scuola-rifugio nel campo di Nuseirat: 22 persone le persone uccise e ottanta i feriti. Non si arresta invece l’assedio nel nord dell’enclave palestinese, al suo undicesimo giorno consecutivo: Israele sostiene che i miliziani legati al gruppo Hamas si concentrino nella parte settentrionale della Striscia, ed è qui che i raid dell’aviazione e delle forze di fanteria si stanno concentrando. Tuttavia Al Jazeera fa sapere che il costo in termini di vittime civili è altissimo: da stamani i morti ammontano già a 45. All’alba, un’offensiva è stata sferrata contro il quartiere di al-Faluja nel campo profughi di Jabalia, quello principalmente interessato dall’assedio. I residenti hanno riferito alla testata di essere nel mirino di droni armati e del fuoco dell’artiglieria, che colpirebbe «chiunque provi a muoversi», pertanto «decine di famiglie» sarebbero intrappolate nell’area senza la possibilità di fuggire o trasferire i feriti per ricevere le cure. La stessa situazione secondo i resoconti raccolti si sta verificando a Al-Balad, An-Nazla, Beit Lahiya e Beit Hanoon. Inoltre, le truppe starebbero «piazzando barili carichi di esplosivo» alla base degli edifici per demolirli. Gli attacchi dell’esercito israeliano stanno continuando anche nel sud della Striscia: un edificio residenziale è stato colpito da un missile, uccidendo varie persone tra cui una famiglia di dieci persone. I feriti sono stati trasferiti nell’ospedale Nasser a Khan Younis. Dall’attacco di Hamas nel sud di Israele del 7 ottobre 2023, in cui 1200 persone hanno perso la vita, Israele ha lanciato un’offensiva su larga scala che ha ucciso oltre 42mila persone e reso sfollato oltre il 90% della popolazione di Gaza. Le restrizioni all’accesso di aiuti e personale umanitario rende el condizioni dei profughi estremamente difficili.
Alessandra Fabbretti