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Un’altra notte di fuoco su Beirut: ora l’obiettivo di Israele è il prossimo leader di Hezbollah

Gazzettino Italiano Patagónico by Gazzettino Italiano Patagónico
4 de octubre de 2024
in Mundo
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Un’altra notte di fuoco su Beirut: ora l’obiettivo di Israele è il prossimo leader di Hezbollah

BENJAMIN NETANYAHU PREMIER

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Un’altra notte di fuoco su Beirut. Israele ha compiuto una serie di 11 attacchi consecutivi sulla roccaforte Hezbollah a sud della città, nel sobborgo di Dahiyeh. Si tratta di in uno dei raid più violenti da quando Israele ha intensificato la sua campagna di bombardamenti. L’obiettivo dell’attacco – compiuto quasi esattamente una settimana dopo l’uccisione di Hassan Nasrallah – sarebbe adesso la futura leadership di Hezbollah: Hachem Safieddine. Intanto oggi il leader supremo dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, guiderà le preghiere del venerdì e pronuncerà un sermone pubblico. Si tratta di un evento raro, il primo in quasi cinque anni, tre giorni prima del primo anniversario della guerra tra Israele e Hamas a Gaza, innescata dall’attacco del 7 ottobre. Secondo quanto riportato dal suo sito ufficiale, Khamenei guiderà i musulmani nella preghiera nella moschea Imam Khomeini Grand Mosalla, nel centro di Teheran. La preghiera seguirà «una cerimonia di commemorazione» per Nasrallah. Sono almeno 37 le vittime registrate in Libano da ieri, e 151 i feriti, stando ai dati diffusi dal ministero della Sanità libanese. Dall’inizio dell’operazione militare israeliana invece, il ministero afferma che in totale contano 1.974 morti, tra cui 127 bambini, 261 donne e 9.384 feriti. A dare il numero dei bambini rimasti feriti è invece l’Unicef, che ne stima 690: «Questo conflitto catastrofico sta avendo un impatto pesante sui bambini: i dottori ci raccontano di bambini sanguinanti, contusi e rotti che soffrono sia fisicamente che psicologicamente» ha dichiarato in una nota Adele Khodr, direttore regionale dell’Unicef, aggiungendo che «Molti soffrono di ansia, flashback e incubi correlati alle esplosioni», mentre tra i danni fisici più diffusi ci sono commozioni cerebrali, ferite da schegge e perdita dell’udito». Nessun bambino dovrebbe essere esposto a situazioni così orribili» ha concluso. Sono esposti al pericolo di morte anche gli operatori sanitari: secondo L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), 28 professionisti sono rimasti uccisi nelle ultime 24 ore. A causa dell’alto numero di feriti che il Libano registra ormai da settimane, stanno finendo anche le scorte di sangue, come ha avvertito la Croce Rossa libenese lanciando un appello alle donazioni.

Maria Anzalone

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