L’attacco israeliano nel sud del Libano non si ferma. Sia la radio dell’esercito israeliano che la National News Agency libanese riferiscono di una nuova ondata di attacchi aerei stamattina. L’aeronautica militare israeliana ha affermato di aver colpito circa 1.600 obiettivi di Hezbollah nel Libano meridionale e nella valle di Beqaa. Mentre migliaia di persone continuano a mettersi in viaggio per fuggire dal sud del Paese: un esodo con pochi precedenti. Dopo la conta aggiornata di morti e feriti, che ieri ha bucato il «muro» delle 500 vittime di cui almeno 35 bambini, il ministero della Salute di Gaza, guidato da Hamas, ha aumentato il numero delle vittime totali dell’offensiva militare israeliana dal 7 ottobre a 41.467 palestinesi, con 95.921 feriti. Israele afferma di aver perso in battaglia, nello stesso periodo, 346 militari. Intanto in Libano la macchina dei soccorsi è ormai in panne. Reuters, citando un funzionario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, riferisce che alcuni ospedali sono stati sopraffatti dal numero di morti e feriti, che si aggiungono a quelli colpiti dalle esplosioni di cercapersone e walkie-talkie della scorsa settimana. Le opzioni per lasciare il Paese stanno diventando limitate. Oltre 30 voli sono stati cancellati all’aeroporto internazionale di Beirut, con destinazioni in Europa e Medio Oriente. Michael Adams, direttore nazionale per il Libano di Care International UK, ha detto al Guardian che «tutte le strade che portano a Beirut dal sud e dalla valle della Beqaa sono ora inondate di persone che tentano di fuggire dai bombardamenti, lasciandosi tutto alle spalle. I civili stanno pagando il prezzo più alto».