Alla vigilia dell’ottantesimo compleanno di Leonard Peltier, che ricorrerà giovedì 12 settembre, Amnesty International Usa ha scritto al presidente Joe Biden sollecitando nuovamente un provvedimento di clemenza che consenta al prigioniero nativo americano di uscire dal carcere, dove si trova da quasi 50 anni e da tempo in precarie condizioni di salute. Come scrive l’organizzazione in una nota, vi sono forti dubbi sull’equità del processo ai danni di Peltier, celebrato nel 1977 di fronte a osservatori di Amnesty International. L’attivista del Movimento indiano americano, giudicato colpevole dell’omicidio di due agenti dell’Fbi avvenuto nel 1975 all’interno della riserva indiana di Pine Ridge, si è sempre dichiarato innocente. La sua ultima richiesta di grazia è stata respinta dall’apposito Comitato nel luglio 2024. Quella precedente risaliva al 2009. Nella lettera al presidente Biden, Amnesty International ha chiesto che sia posto rimedio a un caso che da tempo turba chi si occupa di diritti umani e le popolazioni native a livello internazionale. A causa della sua età e del recente diniego della grazia, la richiesta si è fatta ancora più urgente. Non c’è altro modo perché Peltier possa tornare in libertà. Justin Mazzola, ricercatore di Amnesty International Usa ha dichiarato: «Peltier non deve morire in prigione. Nei mesi da qui alla fine del suo mandato, il presidente Biden ha l’opportunità di scarcerarlo e di consentirgli di trascorrere i suoi ultimi anni con la sua famiglia e con la sua comunità. Questo sarebbe un primo passo per ristabilire le compromesse relazioni tra i nativoamericani e il governo federale e farebbe parte dell’eredità positiva lasciata dal presidente». Insieme ad Amnesty International, hanno più volte sollecitato la scarcerazione di Peltier esponenti del Congresso Usa, ex agenti dell’Fbi, diversi Nobel per la pace, l’ex procuratore generale James Reynolds – in carica nel periodo della condanna e del successivo appello – insieme a capi delle tribù e alle Prime Nazioni. Biden, ricorda in conclusione Amnesty, si è impegnato a graziare i prigionieri o a commutare loro condanne su base periodica anziché alla fine del mandato, dando seguito a richieste della stessa Casa bianca e del dipartimento della Giustizia.
Marcella Piretti