«Angela non ha studiato a Oxford, non è un’ex consigliera speciale, non è una politica professionista. Non ha avuto un’educazione privilegiata e non ha frequentato la scuola pubblica o l’università. È cresciuta in una casa popolare e ha lasciato la scuola media locale a 16 anni, senza alcun titolo di studio e con un bambino già in arrivo, dopo che le era stato detto che ‘non avrebbe mai combinato niente'». Previsione che oggi fa sorridere. Perché Angela Rayner, la ‘rossa’, oggi è stata nominata vicepremier del governo laburista presieduto da Keir Starmer che si è insediato a Londra. Angela è tosta, donna del popolo che parla la lingua del popolo. Passo dopo passo ha conquistato posizioni sempre più importanti dentro il Labour e oggi con la nomina a numero 2 del nuovo Governo il popolo laburista ha il suo riferimento rispetto ad un leader più ‘moderato’. Da ragazza Rayner incrociò i centri Sure Start del partito laburista e grazie a quel sostegno lei e tante altre giovani madri poterono diventare adulti e genitori migliori. Primo lavoro come assistente sociale nel settore dei servizi pubblici. Gran parte del suo tempo è stato dedicato all’assistenza individuale agli anziani nelle loro case. Poi le sue colleghe la proposero come rappresentante sindacale dove da subito ingaggiò dure battaglie con le diverse dirigenze del settore. Nel 2015, Angela Rayner è diventata la prima donna parlamentare nei 183 anni di storia della sua circoscrizione di Ashton-under-Lyne. Nel marzo 2020 viene eletta vice leader del Partito Laburista. Angela ha tre figli e una nipote. Nelle foto capelli rossi e ribelli al vento e scarponi neri di marca. Per le scarpe, ha confessato in diverse interviste, ‘ho sempre avuto un debole’. Donna del popolo, che ha vissuto anni e anni di disagio e che non ha paura di affrontare nessuno, nemmeno il leader del suo partito oggi premier. Due anni fa Starmer, forse perché era stata troppo vicina all’ex leader Corbyn, voleva declassarla. Lei gli rispose: ‘Scordatelo’, ed è rimasta al suo posto. Figuriamoci se faceva un passo indietro. Una donna che sin da ragazza aveva davanti una sola parola d’ordine: ‘sopravvivere’. Con un padre cattivo, che la cacciò di casa quando quindicenne rimase incinta, una madre bipolare, quasi non vedente, più volte aspirante suicida. Quando rimane incinta al primo rapporto sessuale, con un altro ragazzino, le sue amiche la invitano ad abortire ma lei le mandò a quel paese: ‘un bambino era l’unica rivincita della mia vita’ disse. Come ha raccontato i recente al Venerdì di Repubblica, «diventata nonna a 37 anni, ora ne ha 44, si concede volentieri una pinta di birra, anzi pure due o tre», e al leggendario bar Strangers del Parlamento britannico le hanno persino dedicato un cocktail, ‘Grangela’. Da ‘gran’, ‘nonna’. Due anni fa, Rayner incendiò gli animi del Parlamento per aver chiamato i conservatori ‘scum’, feccia. Sboccata al massimo, ma dopo qualche giorno si scusò, così: ‘Mi spiace, ho sbagliato. Ma io parlo come mangio’. Oggi è la numero 2 ma non ha paura di vedersi futura premier: «Perché no? Alla fine, persino Boris Johnson è diventato primo ministro».
Nico Perrone