«Il Covid, come ho sostenuto più volte, ci ha fatto scoprire tutte le criticità del nostro Sistema Sanitario nazionale: i suoi limiti, i suoi sprechi. Ciò non solo perché abbiamo avuto il record di decessi rispetto agli altri Paesi Europei, oltre 200mila a cui stranamente si accoppia il record di decessi economici e il maggior abbattimento di PIL, ma soprattutto perché ha rotto, spero non definitivamente, quel rapporto di fiducia tra medico e paziente, essenziale per una Sanità che funzioni. Quindi non mi meraviglia che oggi emerga, dal sondaggio Ipsos reso noto dalla Federazione italiana dei medici di famiglia (Fimmg) per la Giornata mondiale della salute, che il 77% dei cittadini vorrebbe che il medico di base fosse per loro un punto di riferimento per la gestione della salute e non un burocrate alle prese con funzioni amministrative o peggio ancora una figura utile solo a prescrivere esami di approfondimento e specialisti. Dobbiamo recuperare questo rapporto, anche perché la figura del medico di famiglia è l’unica in grado di fornire ai pazienti un’assistenza di prossimità, gratuita e accessibile a tutte le fasce socio-economiche e dare risposte ad una popolazione sempre più anziana e fragile. I medici di famiglia restituiscono umanità e garantiscono quell’approccio diretto con i cittadini che abbiamo bisogno di rassicurare dopo l’esperienza della pandemia. E noi stiamo lavorando in attuazione degli investimenti Pnrr che vanno a ottimizzare l’offerta sanitaria territoriale e perciò a recuperare tempo, risorse e competenze, in una parola appropriatezza. La sfida è far sì che finalmente possiamo avere una medicina territoriale efficiente, soluzione che ridurrebbe anche l’accesso al pronto soccorso».
Lo ha detto il Senatore di Fratelli d’Italia, Franco Zaffini, presidente della commissione Sanità, Lavoro e Affari Sociali di Palazzo Madama.