«Non poteva fare altrimenti il governo e il ministro Giorgetti se non presentare un Def che contenesse soltanto un quadro macroeconomico tendenziale. Gli elementi utili per la nuova manovra saranno invece compresi nel Piano fiscale strutturale di medio termine, previsto dalle nuove regole di governance Ue, da presentare entro l’estate. Le nuove regole del patto di stabilità dell’Unione europea creano la necessità di tempi diversi, come confermato dalla stessa Commissione Ue. La portavoce dell’esecutivo, Veerle Nuyts, ha spiegato che, nelle attuali circostanze, non sarà richiesto ‘agli Stati membri di rispettare le linee guida sul formato e il contenuto dei programmi di stabilità e convergenza’ da presentare in aprile. La volontà del governo, sottolineata di nuovo dal ministro Giorgetti anche in conferenza stampa, è comunque quella di confermare gli obiettivi dell’ultima Nadef per il 2025 e il 2026, in particolare per quanto riguarda la decontribuzione. L’opposizione non dovrebbe strumentalizzare la necessità che ha il governo di essere prudente. Perché mentre lo fa omette di spiegare che a completare questo quadro c’è – ed è un fatto ormai confermato dai numeri – il grave disastro legato al Superbonus. Ci troviamo a lavorare in un contesto difficile, aggravato da un buco nelle casse dello Stato che potrebbe raggiungere i 250 miliardi di euro. Peraltro la mancanza delle stime programmatiche nel Def ha diversi precedenti e, anche in questa occasione, ci sono validi motivi che la giustificano».
Lo dichiara in una nota il senatore di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini, presidente della 5a Commissione Bilancio.