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La barzelletta del Ponte di Messina: se ne parla da 60 anni, doveva essere pronto nel 1977 e costare 170 milioni

Gazzettino Italiano Patagónico by Gazzettino Italiano Patagónico
3 de noviembre de 2025
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La barzelletta del Ponte di Messina: se ne parla da 60 anni, doveva essere pronto nel 1977 e costare 170 milioni
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Il primo annuncio del costruendo Ponte sullo Stretto di Messina risale a 60 anni fa, nell’aprile del 1965. Pochi anni dopo, verso il 1967 se la memoria non mi inganna, l’inventore del progetto, Gianfranco Gilardini, tenne una conferenza stampa in una saletta dell’aeroporto di Genova in cui ribadiva la fattibilità del progetto. Nel 1969 fu costituita la società destinata a realizzare il Ponte. «Si può costruire il ponte sullo stretto di Messina La conclusione dopo 14 anni di studio. Costerà circa trecento miliardi e richiederà otto anni di lavoro – Sarà il più lungo e il più alto del mondo».

Gilardini è morto nel 2003, ha fatto tante altre cose importanti ma 22 anni dopo la morte del progettista e 60 anni dopo il primo annuncio, il Ponte di Messina è ancora allo stadio di rendering. Nel frattempo la previsione dei costi è passata da 200 miliardi di lire a 300 agli attuali 13 miliardi di euro, cifra che va moltiplicata per duemila per fare un confronto. Nel frattempo, turchi, giapponesi, cinesi, danesi hanno costruito ponti lunghi chilometri. Credo valga la pena riportare alcuni passi di articoli pubblicati dalla Stampa di Torino fra il ’65 e il 2003.

1965: «Il Ponte si farà»

Giovedì 15 Aprile 1965 Stampa Sera scriveva.

Sono necessari molti miliardi (circa 200) e molti anni (più di dieci) per realizzare la grande impresa – – Il ponte avrà due corsie sovrapposte, una per le macchine (su quattro ranghi), una per i treni; sarà lungo quattro chilometri e sorretto da due piloni alti 220 metri A Messina si è formalmente costituito il Consorzio per il ponte sullo Stretto di Messina, rogante il notaio Picciotto, un fatto che resterà memorabile nella storia della rinascita drl Mezzogiorno e della Sicilia.

Gianfranco Gilardini non aveva dubbi. Il ponte sarà fatto, disse in quella occasione: costerà un bel mucchio di denaro, ma cambierà volto non soltanto alle due regioni più direttamente interessate, la Calabria e la Sicilia, ma a tutta l’Italia del Sud, trasformando quelle zone che, da Napoli a Palermo, sono state altre volte indicate come i un deserto turistico ». Qui giungeranno le autostrade Napoli-Reggio Calabria, tratto terminale dell’Autostrada del Sole e, dalla parte siciliana, le autostrade MessinaCatania e quindi CataniaPalermo, ideali continuazioni isolane della grande arteria che attraversa tutta la nazione.

Il punto scelto per realizzare l’opera è tra Punta Pezzo in Calabria e la località Ganzirri in Sicilia. Il tratto di mare da superare è propriamente di 3300 metri, ma il ponte sarà lungo quattro mila metri, occorrendo che i due «attacchi» poggino su quote della costa sufficientemente alte da consentire la costruzione dei raccordi stradali e ferroviari. Il ponte correrà a oltre settanta metri dal pelo dell’acqua e sarà sospeso anche perché la zona è fortemente sismica (in media quaranta scosse ogni secolo) ed è stato studiato in modo da reggere anche a sismi del decimo grado della scala Mercalli.

Sono passati invece 56 anni da quel 20 novembre del 1969 quando questo titolo apparve sulla Stampa di Torino. Il ponte sarebbe stato completato entro 8 anni. La data della notizia è Palermo, 19 novembre 1969. L’occasione era stata data da una conferenza stampa tenuta nella sede del Centro meccanografico del Banco di Sicilia, da Ernesto Manuelli, presidente della società G. P. M. (Gruppo Ponte Messina) e da Gianfranco Gilardini, delegato del comitato esecutivo. Manuelli, va sottolineato, occupa un posto di prima fila nella storia della rinascita italiana dopo la guerra: con Oscar Sinigaglia fu padre dell’industria siderurgica.

Il progettista è  morto ma il Ponte non c’è

Gilardini, morto nel 2003 all’età di 72 anni, è ricordato per avere allargato di quaranta ettari il Principato di Monaco strappandoli al mare. Consulente dell’avvocato Giovanni Agnelli, sposato con Giovanna Gawronski sorella di Jas, Gianfranco Gilardini era nipote di Roberto fondatore dell’omonima impresa metalmeccanica torinese. È stato davvero il padre del Ponte sullo Stretto, scrisse la Stampa quando morì. Il progetto iniziale, disegnato nel suo studio di quattro metri per cinque a Torino, sua città natale, era di un ponte a più campate

Ritardi, indecisioni, fondi promessi che non arrivavano mai e polemiche sull’impatto ambientale non gli hanno permesso di vedere la sua «creatura». I suoi progetti e i suoi studi hanno fatto comunque da base per gli ultimi disegni per un ponte a campata unica. In quel fine’69, l’annuncio fece grande impressione: «Il ponte sullo stretto di Messina, il più lungo e il più alto del mondo, potrà essere realizzato con una spesa di circa 300 miliardi. Occorreranno ancora due anni per la progettazione e la fase sperimentale e all’incirca sei anni per la costruzione».

Dopo 14 anni di studi e un miliardo di lire del ’69 di spese, Manuelli e Gilardini non avevano dubbi: Non soltanto il ponte è possibile costruirlo, ma noi ormai abbiamo accumulato sul problema tanta esperienza da poter essere sicuri di riuscire a spuntarla. A questo proposito, è da notare che il G. P. M., che raggnippa diciassette società fra cui Fiat, Falck, Finsider, Pirelli, Montedison, Girola, Lodigiani, Impresit, si è avvalso della collaborazione ed assistenza della « Sverdrup e Parcel and Associates », dell’« United States Steel » di Pittsburgh, della «Morrison Knudsen» di Boise e della « Wilbur Smith and Associates » di New Haven.

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