Tre anni fa, in seguito a uno studio pubblicato su Global Change Biology, pubblicammo questo articolo che conteneva nel titolo una domanda: i pinguini imperatore si estingueranno entro la fine del secolo? Oggi, uno studio pubblicato su Communications Earth & Environment elimina quel punto di domanda: modelli informatici sull’andamento della loro popolazione, costruiti sulla base di immagini satellitari, confermano che le popolazioni di pinguini imperatore stanno crollando a un ritmo impressionante, al punto che entro il 2100 questi uccelli potrebbero sparire completamente. Prima di arrivare allo studio, un po’ di numeri. Il censimento precedente, che risale al 2018, dimostrava che la popolazione antartica di pinguini imperatore era crollata di quasi il 10% nel decennio precedente. Un declino dovuto al riscaldamento globale e in particolare allo scioglimento dei ghiacci antartici, che sono fondamentali per la sopravvivenza di questi uccelli. Lo studio del British Antarctic Survey non copre l’intero continente, ma una singola regione, nella quale vivono però il 30% di tutti i pinguini imperatore del mondo. Questa regione è stata studiata via satellite: è il modo più rapido ed efficace per fare stime numeriche sulle popolazioni, visto che farlo di persona è, come potete immaginare, parecchio complicato viste le condizioni climatiche dell’Antartide. Pur essendo quindi riferito solo a un campione (per quanto molto significativo), i risultati dello studio sono preoccupanti per l’intera specie. Ma quali sono questi risultati? Lo studio spiega che, negli ultimi 15 anni, dal 2009 al 2024, i pinguini imperatore hanno visto una riduzione del 22% della loro popolazione. Si tratta di una percentuale più alta anche di quella prevista da tutti i modelli informatici a riguardo – in altre parole, la realtà ha superato anche le previsioni più pessimistiche. Secondo gli autori dello studio, l’unica possibilità di salvezza per i pinguini imperatore sarebbe il blocco delle emissioni di gas serra: in pratica, per evitare di vederli estinti dobbiamo fermare il riscaldamento globale. Oltre ovviamente a continuare con gli sforzi di conservazione, istituendo aree marine protette e impedendo lo sfruttamento commerciale dell’Antartide.
Gabriele Ferrari
