«Il ddl di delegazione europea si è rivelato un’occasione mancata per presentarsi al cospetto dei cittadini con delle istituzioni capaci di lavorare senza pregiudizi e con responsabilità. Un provvedimento fondamentale per l’adeguamento dell’ordinamento italiano a quello europeo, che avrebbe richiesto apertura e dialogo, è stato invece gestito con chiusura da parte della maggioranza e del governo. Al Senato, proprio le opposizioni avevano presentato 103 emendamenti e solo 6 sono stati accolti dall’esecutivo.
Ancora più allarmante il ritardo con cui il testo è giunto in Aula: una gestione inefficiente comporta infatti costi concreti per il Paese dovuti alle procedure di infrazione. Dal 2012, l’Italia ha pagato oltre un miliardo di euro in procedure di infrazione europee. Abbiamo addirittura direttive e sentenze su cui pende una doppia condanna: in questo modo il Paese spreca risorse che si potrebbero impiegare diversamente, per esempio nella sanità o nella scuola. Anche questa volta, la maggioranza ha sbagliato sia nei tempi, che nel metodo. Per questo il gruppo di Azione si è astenuto».
Lo ha dichiarato in aula alla Camera la deputata di Azione e segretaria in Commissione Esteri Federica Onori, in merito al Ddl di delegazione europea.