Fine della corsa per Luciano Spalletti alla guida della Nazionale. «Gravina mi ha comunicato che sarò sollevato dall’incarico dopo la partita contro la Moldavia. Risolveremo il contratto. Non avevo intenzione di mollare, ma mi assumo la responsabilità». Parole che certificano la rottura e aprono ufficialmente il casting per il nuovo commissario tecnico dell’Italia.
Spalletti ha già messo l’ultimo obiettivo sul tavolo: «Vincere e convincere lunedì per aiutare chi mi sostituirà». Chi sarà?
Tra i nomi caldi per la successione, il più quotato al momento è quello di Stefano Pioli. L’ex tecnico del Milan, oggi in Arabia all’Al-Nassr di Cristiano Ronaldo, avrebbe dato disponibilità di massima per un ritorno in Italia in chiave azzurra. È lui la pista più concreta.
Meno probabile, ma comunque nel radar federale, Claudio Ranieri. Il papa laico del calcio italiano è da sempre molto stimato da Gravina oltre che dagli italiani per plebiscito, sarebbe la figura ideale per esperienza e carisma. Ma Ranieri, legato attualmente alla dirigenza della Roma, non sembra intenzionato a lasciare l’incarico. «Onorato dell’interessamento, ma no grazie» sarebbe stata, in sintesi, la sua risposta.
Decisamente complicata – e forse utopica – la pista che porta a un clamoroso ritorno di Roberto Mancini, dopo la rottura post-Europeo e il controverso addio. Più probabili, seppur suggestive, le opzioni che coinvolgono volti noti del recente passato azzurro: da Daniele De Rossi, oggi alla Roma, a Fabio Cannavaro e Rino Gattuso. Tutti nomi che evocano cuore e grinta, ma che devono ancora convincere la federazione sulla tenuta tecnico-tattica in un ruolo di così alta esposizione.
Amedeo Liris
