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Johnnie Moore, il leader evangelico vicino a Trump è il nuovo capo dell’ente che distribuisce aiuti a Gaza

Gazzettino Italiano Patagónico by Gazzettino Italiano Patagónico
4 de junio de 2025
in Italia, Política
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Johnnie Moore, il leader evangelico vicino a Trump è il nuovo capo dell’ente che distribuisce aiuti a Gaza
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Johnnie Moore, reverendo statunitense vicino al presidente Donald Trump, è il nuovo leader della Gaza Humanitarian Foundation (Ghf) la controversa organizzazione privata che è diventata l’unico canale autorizzato da Israele per l’ingresso di cibo e medicine nella Striscia di Gaza. La nomina a presidente esecutivo di Moore, definito uno dei leader evangelici più influenti degli Stati Uniti, è stata ufficializzata martedì 3 giugno con un comunicato ufficiale dell’organizzazione.  «Dobbiamo aiutare queste persone e il vecchio modo di fare le cose non ci permetterà di farlo», scrive Moore rilanciando il comunicato. «Nel frattempo, la Ghf ha consegnato 7 milioni di pasti in soli 8 giorni in una delle crisi umanitarie più complesse e pericolose del nostro tempo. Niente di tutto questo è facile, ma è fondamentale». La nomina del reverendo arriva dopo le dimissioni di Jake Wood, che a sorpresa, pochissimi giorni dopo essere stato designato come direttore esecutivo della Ghf, ha annunciato di rinunciare al suo ruolo in quanto «non è possibile attuare questo piano nel rigoroso rispetto dei principi umanitari di umanità, neutralità, imparzialità e indipendenza». Moore, nominato da Trump come commissario della Commissione statunitense per la libertà religiosa internazionale (Ucirf), sostiene invece che l’organizzazione «sta dimostrando che è possibile spostare grandi quantità di cibo alle persone che ne hanno più bisogno, in modo sicuro, efficiente ed efficace. Sono onorato di portare la mia esperienza per aiutare a scalare questa missione vitale e garantire che la comunità degli aiuti umanitari e la più ampia comunità internazionale comprendano cosa sta succedendo sul campo», ha scritto in una dichiarazione.  La Ghf ritiene che «servire gli abitanti di Gaza con dignità e compassione debba essere la priorità assoluta» ha aggiunto Moore, dando «il benvenuto» ad altri che si uniscano allo sforzo. Affermazioni che tuttavia arrivano al terzo giorno di massacri compiuti sui palestinesi in coda per ricevere gli aiuti a Rafah, nel sud della Striscia. L’esercito israeliano ha aperto il fuoco durante la distribuzione di cibo, uccidendo 27 persone e ferendone almeno 90.  Le forze di difesa israeliane (Idf) hanno ammesso spari su «sospetti», mentre Moore ha affermato che «le false notizie di violenze nei siti di aiuto a Gaza hanno un effetto raggelante sulla popolazione locale, e non possiamo pensare a un disservizio più grande per una comunità in disperato bisogno». Durissima la condanna dell’Onu sull’ennesima strage di civili: «Gli attacchi letali contro civili che cercano di accedere a misere quantità di aiuti alimentari a Gaza sono immorali e inaccettabili» ha denunciato oggi l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk. «Gli attacchi diretti contro i civili costituiscono una grave violazione del diritto internazionale e un crimine di guerra», ha ricordato il commissario dell’Onu.  Nel frattempo la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, parlando in conferenza stampa a Copenaghen fa sapere che «è in corso una revisione dell’accordo di associazione dell’Unione europea con Israele. Ci sono ministri degli Esteri che l’hanno chiesto, ed è in quel contesto che le relazioni saranno rivalutate. Noi non abbiamo mai evitato di porre domande e non avremo paura di farlo. E dove vediamo che vite umane, innocenti, civili, vengono bombardati indiscriminatamente, saremo i primi a parlare e i primi a condannare».

A. Cerone

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