La storia torna a spuntare su social e giornali con una certa regolarità: in Cina esisterebbe un’infrastruttura talmente gigantesca da aver modificato per sempre il nostro pianeta. È la diga delle tre gole, un’enorme bacino artificiale che alimenta il più grande impianto idroelettrico del mondo. Colossale al punto da aver influenzato la posizione del Polo Nord geografico, la rotazione del nostro pianeta e, in conseguenza di questo, la durata delle giornate. Quanto c’è di vero in questa vicenda? La diga delle tre gole, in effetti, è un progetto ingegneristico di dimensioni immense, che ha impiagato quasi 10 anni per essere realizzato, e circa 20 per iniziare a produrre energia. La costruzione prende il nome dalle tre gole attraversate dal Fiume Azzurro nell’area: la Gola di Qutang, la Gola di Wuxia e la Gola di Xiling. Ha una storia lunghissima: immaginata già nei primi anni ’20 da Sun Yat-sen, uno dei due fondatori del Kuomintang, come asset strategico per modernizzare la Cina post-imperiale, la sua costruzione è stata approvata nel 1992 dall’allora premier Li-Peng, iniziata nel 1994 e conclusa solo nel 2003. E sin dall’inizio è stata accompagnata da forti polemiche. Per creare il bacino artificiale, infatti, è stato necessaria sommergere, in tutto o in parte, più di 1.300 siti archeologici, 13 città, quasi 1.400 tra paesi e villaggi, costringendo oltre 1.400 persone a lasciare le proprie case e distruggendo habitat naturali abitati da molte specie a rischio di estinzione (come il lipote, un delfino di acqua dolce che abitava le acque del fiume azzurro, ed è considerato funzionalmente estinto dal 2006). Accanto a queste conseguenze dirette della costruzione della diga delle tre gole, almeno dal 2005 se ne sente citare periodicamente un’altra, di portata planetaria: il rallentamento della rotazione terrestre. Ripercorrendo a ritroso la storia di questa notizia, che continua a rispuntare su giornali e social media con una certa regolarità, la fonte iniziale è un articolo pubblicato nel 2005 sul sito del Jet Propulsion Laboratory della Nasa, in cui viene calcolato l’effetto che ha avuto il terribile terremoto dell’Oceano Indiano del 26 dicembre 2004 sulla rotazione del nostro pianeta. Nell’articolo, due ricercatori della Nasa spiegano come ogni evento che produca uno spostamento di una massa di grandi dimensioni, come può essere un grande terremoto o la creazione di un bacino idrico artificiale, influenza in modo impercettibile la rotazione della Terra, la durata delle giornate, e la posizione del Polo Nord geografico. La ragione è semplice: è l’effetto di un principio fisico chiamato conservazione del momento angolare, che spiega diverse peculiarità dei corpi in rotazione, come ad esempio la tendenza dei giroscopi a mantenere l’orientamento del loro asse di rotazione; o ancora, ed è il caso che ci interessa, il fatto che più la massa di un corpo in rotazione si distribuisce lontano dall’asse di rotazione, più la sua rotazione rallenta, come avviene ai pattinatori sul ghiaccio quando accelerano e decellerano nel loro piroette allungano e accorciando la distanza delle braccia e delle gambe dal corpo. Nell’articolo, i ricercatori utilizzano come esempio proprio la diga delle tre gole, calcolando che lo spostamento di 42 miliardi di tonnellate di acqua a 175 metri sul livello del mare (come avviene quando il bacino della diga viene riempito completamente) questo allontanamento di una parte della massa terrestre dal centro di rotazione (al pari di un pattinatore che allarga le braccia) produce un allungamento delle giornate di 0,06 microsecondi, e uno spostamento della posizione del Polo Nord di circa due centimetri. È quindi vero che, teoricamente, l’inaugurazione della diga può aver influenzato la durata delle giornate. Ma è importante considerare che gli effetti sono talmente contenuti da risultare impossibili da misurare. E che il bacino non contiene una quantità di acqua fissa lungo tutto il giorno e tutto l’anno, e quindi gli effetti sarebbero comunque mutevoli. E soprattutto, che non si tratta dell’unico spostamento di massa che influenza la rotazione del nostro pianeta. Secondo gli stessi autori dell’articolo della Nasa, il terremoto indonesiano del 2004 ha infatti allungato le giornate di ben 2,68 microsecondi. E concentrandoci invece sui risultati delle attività umane, è stato calcolato che l’estrazione di risorse idriche a livello globale ha raggiunto un’entità tale, da aver spostato di ben 80 centimetri verso est il Polo Nord geografico tra il 1993 e il 2010. Mettendo le cose in prospettiva, quindi, gli effetti della diga cinese sono trascurabili in qualunque senso pratico del termine.
Simone Valesini