SULLE ANDE BOLIVIANE CON LA TENACIA DEL ROERO
di Generoso D’Agnese
Da Santo Stefano Roero parte tra i tanti, un sentiero chiamato Sentiero del Gioco: il sentiero fa parte dell’Ecomuseo delle Rocche del Roero ed è lungo 5,2 km , raggiunge il Santuario dei Piloni per poi tornare indietro passando per borgata Monfriggio. Un sentiero per il 70% naturalistico che permette di conoscere uno spicchio bellissimo del Piemonte, percorso da decenni da chi viveva e vive nel Roero. Anche Don Serafino Chiesa è cresciuto tra quelle colline e con la passione del cammino. Lui però ha preferito allungare il percorso scegliendo di salire e scendere sui declivi delle Ande boliviane.
Sesto di dieci figli (5 maschi e 5 femmine), Serafino è nato il 10 febbraio 1949 nutrendosi fin da bambino di vocazione evangelica. La sorella maggiore è infatti Figlia di Maria Ausiliatrice da 50 anni è missionaria in Uruguay mentre il maggiore dei suoi fratelli ha oltrepassato i 50 anni di ordinazione sacerdotale , la gran parte vissuti come prete operaio.
Ordinato sacerdote il 10 settembre 1977, Don Serafino Chiesa ha scelto la famiglia salesiana per dare corpo alla propria vocazione ma ancora oggi ricorda di essersi sentito impreparato quando gli fu proposto, nel 1985, di lasciare le colline del Roero per le alte vette delle Ande, con destinazione finale Kami.
La missione era situata in uno degli angoli più poveri della Bolivia, di per sé annoverato tra i paesi poveri del Mondo , nel dipartimento di Cochabamba, a un’altitudine media di 400 metri s.l.m .
La missione Salesiana di Kami copre un’area geografica vastissima di 910 km², e tra le comunità contadine che la circondano, vivono circa 20 mila persone appartenenti alle etnie Quechua, discendenti degli antichi Incas, e Aymara, di origine pre-incaica. La popolazione si divide in due gruppi ben distinti: i mineros ( trasferiti a Kami dalle campagne per lavorare all’estrazione di tungsteno e stagno) e i campesinos (dislocati in piccole, poverissime, comunità isolate , coltivatori con sistemi primitivi di patate, orzo, avena e legumi, e allevatori di pecore e lama).
La missione nacque nel 1977 quando piccolo gruppo di missionari salesiani vi arrivò per avviare diversi progetti con l’aiuto delle persone del luogo e di tantissimi volontari.
Don Serafino Chiesa partì alla volta della missione di Kami, il 2 gennaio 1985, e appena arrivato si è tuffato anima e corpo nello sviluppo dei bisogni essenziali della popolazione, puntando su sanità ed educazione. Grazie all’aiuto dell’ONG italiana COOPI i salesiani hanno organizzato meglio l’assistenza sanitaria e parallelamente hanno o rafforzato le scuole della zona combattendo una strenua lotta all’analfabetismo . Arrivato in una terra priva di strade, percorribile in gran parte a dorso di asino, Don Serafino fu tra i promotori di un forte impulso alle innovazioni e in particolare della realizzazione dell’acquedotto.
Don Serafino, dopo alcuni anni di missione, decise di riattivare un impianto idroelettrico abbandonato, per dare energia agli abitanti e alle attività di Kami e limitare l’uso degli onerosi generatori alimentati a gasolio. Il missionario si è impegnato nella ricostruzione della centrale idroelettrica di Chinata, nata all’inizio del Novecento, in attività per oltre 70 anni e poi caduta in disuso e abbandonata per incuria. La centrale ha un salto di 163 metri e una portata di 2.800 litri / secondo, in grado di generare fino a 4 Megawatt. Dopo anni di lavoro duro nel 2007, la centrale ha aperto i battenti e Kami permettendo alla città di crescere moltissimo, nonostante le mille difficoltà incontrare lungo il percorso. Il progetto idroelettrico con la vendita della corrente generata dalle turbine idroelettriche, finanzia le molteplici attività di sviluppo della missione. Con l’aiuto di moltissimi volontari italiani, Chiesa e i salesiani di Kami hanno messo in funzione la produzione di 2 megawatt e ora lavorano a un nuovo salto idroelettrico, per generare altri 4 megawatt. Quest’ultima opera permetterebbe di fare un ulteriore salto di qualità alla vita della comunità boliviana. Il Progetto Scuola ha permesso invece di abbassare in pochi anni il tasso di analfabetismo infantile mentre il Progetto Internado ha puntato alla realizzazione di un convitto per ospitare studenti di famiglie di campesinos aventi una borsa di studio per merito. Gli attivissimi missionari, guidati da Don Serafino Chiesa, si sono impegnati anche nella costruzione strade sterrate e ponti di legno grazie all’acquisto di ruspe e camion e la creazione di una cooperativa per la manutenzione delle infrastrutture primarie. Infine hanno lavorato alacremente per permettere a minatori e campesinos l’accesso alle vaccinazioni e alle cure mediche di base.
Don Serafino non ha tralasciato l’importanza della comunicazione e ha creato Radio Don Bosco di Kami, garantendo una copertura giornalistica anche sugli avvenimenti locali. Con i corsi di formazione ha infine aiutato la popolazione della missione a realizzare piccoli allevamenti di maiali di razza con conseguente produzione di prosciutto serrano e salamechorizo lavorati in un centro di produzione e la vendita in due catene di supermercati, a Cochabamba (655 mila abitanti) e La Paz (tre milioni).