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La guerra e la pace, gli uomini e i pagliacci

Gazzettino Italiano Patagónico by Gazzettino Italiano Patagónico
15 de mayo de 2025
in Editorial
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La guerra e la pace, gli uomini e i pagliacci
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Chiedo scusa, ma sta diventando difficile capire dove finisce la farsa e dove invece inizia il discorso serio. A partire dagli ‘attori’ in campo, Trump, Putin, Netanyahu, Erdogan, ricchi principi arabi e tutta la compagnia di ballo al seguito. Ogni giorno ci arrivano immagini di guerra, distruzione e morte, bambini palestinesi che chiedono di poter vivere e mangiare qualcosa mentre l’esercito israeliano non solo continua a bombardare e uccidere ma intralcia e ferma anche gli aiuti alla popolazione. Uno sguardo alla guerra in Ucraina, con il faccia a faccia in corso a Istanbul tra le delegazioni delle parti in causa. C’è il Presidente ucraino Zelensky ma il russo Putin è rimasto a casa sua. Ha mandato solo i suoi scagnozzi perché al padrino di Mosca della pace non frega niente. Per un semplice motivo: i dittatori alla Putin vivono di guerre, per mantenere il loro potere e arricchirsi con i loro clan mafiosi hanno bisogno di scatenare conflitti ovunque, così la popolazione è costretta a sostenerli rincoglionita dalla propaganda di stato che con i media scodinzolanti ogni volta tuona contro gli stranieri occidentali che li vogliono sottomettere e schiavizzare. Quindi meglio se restano schiavi del padrino che conoscono da 20 anni. E così negli ultimi decenni Putin è passato da una guerra all’altra, così farà fino a quando all’interno del clan mafioso che lo sostiene qualcun altro non deciderà che è giunto il suo tempo e che bisogna cambiare padrone. Per quanto mi riguarda penso che Putin alla fine non sia volato a Istanbul per un motivo più terra terra: resta un uomo e in queste situazioni è normale avere paura. Meglio rimanere tra le mura di casa, con i suoi cani a guardia, che muoversi in territorio straniero dove può spuntare qualche matto che magari ti accoppa come è successo in passato. Collegato a Putin abbiamo Trump, il Presidente degli Stati Uniti, che noncurante di usare parole a raffica che fanno dubitare delle sue facoltà mentali, parlando di queste tragedie butta tutto in commedia: «…Volevo andare a Istanbul ma poi sapevo che Putin non sarebbe andato e allora ho deciso di non andare, sapevo che se non c’ero io Putin non sarebbe andato, vedrete che si risolve tutto quando io e Putin ci incontreremo…». Fa discorsi del genere, roba che soltanto qualche anno fa sarebbe stata demandata a qualche ospedale psichiatrico per accertare la capacità di intendere e volere del soggetto. Invece stiamo lì a prender nota, a resocontare e filmare queste apparizioni che nel prossimo futuro i nostri figli commenteranno così: «mamma mia, eravate messi proprio male eh? Possibile che non ci fosse niente di meglio in giro?». Purtroppo no, viviamo il tempo dove ogni cosa è spettacolo, anche la tragedia diventa il palcoscenico dove subito accorrono gli attori del momento, che non hanno nemmeno studiato e che recitano pure da cani. Come si fa a stare dietro, a votare e sostenere politici simil Trump? Perché queste persone, al netto delle chiacchiere che usano, si mostrano per quello che sono: mercanti, intrallazzatori, uomini d’affari, gente che pensa solo a intascare la mazzetta possibile. E Trump non si vergogna: va in giro, stringe le mani di quelli che fino a ieri magari giudicava dei tagliagola e che adesso invece fanno comodo perché staccano assegni di miliardi di dollari per acquistare le sue armi: e se paghi il pizzo alla persona giusta puoi essere considerato un nuovo amico da tutelare. E non mostra imbarazzo, anzi, davanti al mega aereo regalato dai principi arabi oggi amici, un vero palazzo volante con rubinetti, bidet e vasche in oro da 400milioni di dollari. Come ha detto, con faccia color bronzo, sarebbe un peccato non accettare un regalo simile. Questo è il metro di giudizio, queste le regole che questi signori che comandano ora il  mondo conoscono e considerano: Che cosa vuoi? Quanto mi dai? E se ci fate caso, stringi stringi, ragionano tutti così, pensano solo ai soldi che possono intascare. Il popolo che li guarda, che vede queste cose, perché li vota e sostiene? Forse perché in fondo sono come loro e pensano che da questo giro di mazzette qualche spicciolo potrebbe arrivare anche a loro. In mezzo a questo caos, strategicamente voluto e creato, ci siamo noi europei, noi italiani. Ancora abituati a ragionare, a fidarci del  buon senso, di cose come la giustizia, la solidarietà, il diritto alla vita anche per chi non ha niente altro che la propria miseria. Sono discorsi che suonano vecchi, che non attirano, che faticano a imporsi perché la stragrande maggioranza dei cittadini è presa dall’ultima cazzata che appare sul cellulare. Intrattenimento, questo il termine che domina, un minuto e mezzo per la tragedia del momento e… «ora passiamo a un’altra notizia che ci è appena giunta…». Ma proprio l’Europa è quella che è messa male, molto male. Ieri Mattarella e Draghi, Presidente della Repubblica ed ex Presidente della Banca europea e del Consiglio, hanno invitato a darsi da fare, a non perdere altro tempo. A partire dal nostro sistema di difesa ora messo in difficoltà dal disimpegno annunciato da Trump per quanto riguarda la Nato. Putin non si fermerà in Ucraina, per mantenere il suo dominio ha bisogno di conquiste, di sottomettere di nuovo tutti quei territori che facevano parte del grande impero russo. Difficile contrastarlo con 27 eserciti al comando di 27 paesi diversi. Diventa prioritario costruire una difesa comune, visto che già oggi messi insieme possiamo contare su 1.400.000 soldati serve un vero piano europeo di difesa comune. Per questo, occorre l’emissione di debito comune per fare in modo che ogni stato europeo possa spendere di più, aumentare i salari e la ricchezza dei cittadini. Ma dobbiamo muoverci, avere il coraggio di puntare sulle nostre capacità senza affidarci ai servizi offerti da altri come abbiamo fatto finora pagati a caro prezzo.

Nico Perrone

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