«No, non ho pensato di mollare» dopo la tragedia di Simoncelli. «La sua morte è stata veramente uno shock perché ho perso un amico, ma soprattutto sono stato parte dell’incidente fatale», ricorda Valentino Rossi al podcast di Giacomo Poretti, «PoretCast». «C’erano 22 piloti in pista e in quel momento sono stato proprio io a colpirlo… Mi sono fatto un esame di coscienza, ho capito che non avevo potuto evitare quella fatalità. Mi è rimasto il rammarico di aver perso un grande amico». Rossi ricorda il suo sorpasso più bello: Barcellona 2009, a Lorenzo all’ultima curva. «Una botta di adrenalina pazzesca. Ho ripensato a un attacco simile su Stoner l’anno precedente, al penultimo giro. Ho deciso di provarci. Poi mi sono detto: se scivolo, spero di far cadere anche Jorge. C’era poco spazio, ho scalato una marcia, da terza a seconda. Così ho capito che avrei completato il sorpasso. Quei sei secondi sono stati l’apoteosi». E parla dell’addio: «Il Managing Director Jarvis è venuto a Tavullia per comunicarmi che avrebbero preso Fabio Quartararo al mio posto. L’ho spiazzato chiedendogli di passare nel team satellite Petronas e Lin non si è opposto». Poi ad Assen «sono caduto pesantemente, e ho pensato di smettere. Caso vuole che, proprio in quei giorni, Francesca e io abbiamo saputo che sarebbe arrivata Giulietta».
Gianni Carotenuto