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Ci sono milioni di persone che seguono in streaming, 24h, la migrazione delle alci in Svezia

Gazzettino Italiano Patagónico by Gazzettino Italiano Patagónico
16 de abril de 2025
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Ci sono milioni di persone che seguono in streaming, 24h, la migrazione delle alci in Svezia
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L’esatto opposto concettuale del Grande Fratello Vip: il reality meno reality del pianeta. Una diretta streaming di tre settimane, 24 ore su 24, dove l’unico colpo di scena è se l’alce scivola nell’Ångermanälven, il fiume del nord della Svezia che ogni primavera attraversa per andare in vacanza. Tipo i pensionati a Varazze, ma con più zoccoli. Quando è cominciato, gli spettatori erano un milione circa. L’anno scorso erano nove milioni. E quest’anno, complice anche il riscaldamento globale che ha sbrinato gli abeti in anticipo, hanno addirittura anticipato la messa in onda. «Ci aspettano», dice un producer al Guardian, come se le alci fossero comparse sindacalizzate. Se la scena è wild, il dietro le quinte è super-tecnologico: per mandare in onda le alci servono 20 chilometri di cavi, 30 telecamere (compresa la visione notturna), sala di regia a Umeå. Il format è figlio della cosiddetta slow tv, l’anti-Netflix per eccellenza. Una televisione dove non succede «niente», e per questo funziona. Tipo quando NRK in Norvegia ha trasmesso sette ore di treno da Bergen a Oslo. O 18 ore di salmoni. O 12 ore di legna che brucia. La Svezia ha elevato il tutto ad arte contemplativa. Niente montaggio, niente drama. Solo natura, silenzio e il mistero: «L’alce ce la farà?». Il fandom è agguerrito. Ulla, 62 anni, ha fatto scorta di caffè e piatti pronti: «Dormire? Ma scherziamo?». C’è chi arriva tardi a lezione, chi non va nemmeno in bagno per non perdersi l’alce che forse si immerge nel fiume. Tutto vero. A volte succede persino qualcosa. L’anno scorso 87 alci hanno attraversato il fiume in diretta, alcune con difficoltà. SVT, per sicurezza, manda un avviso push. Tutto il resto è cielo, alberi, acqua, forse un’anatra. Ma noia no. Noia ai feticisti delle alci non glielo dici.

Mario Piccirillo

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