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Home Política

Terzo Mandato, la decisione della Consulta: «Incostituzionale la legge della Campania»

Gazzettino Italiano Patagónico by Gazzettino Italiano Patagónico
10 de abril de 2025
in Política
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Terzo Mandato, la decisione della Consulta: «Incostituzionale la legge della Campania»
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«È incostituzionale la legge della Regione Campania che consente al presidente della giunta regionale uscente che ha già svolto due mandati consecutivi di candidarsi per un terzo». Si è conclusa, a Palazzo della Consulta, l’udienza pubblica della Corte Costituzionale chiamata a esprimersi sulla legittimità della legge numero 16 del 2024 della Regione Campania. Si tratta del provvedimento, approvato nel novembre dello scorso anno dal Consiglio regionale, che di fatto consentirebbe al governatore Vincenzo De Luca, eletto alla presidenza della Regione già due volte, nel 2015 e nel 2020, di ricoprire un terzo mandato. La legge, infatti, pur prevedendo una non immediata rieleggibilità del governatore allo scadere del secondo mandato consecutivo, dispone che il computo parta a decorrere da quello attualmente in corso. Il ricorso è stato presentato dalla presidenza del Consiglio dei ministri. Il giudice relatore è Giovanni Pitruzzella. A rappresentare Palazzo Chigi gli avvocati di Stato Ruggero Di Martino ed Eugenio de Bonis, per la Regione Campania gli avvocati Giandomenico Falcon, Aristide Police e Marcello Cecchetti. L’udienza avente ad oggetto il ricorso del presidente del Consiglio dei ministri contro la legge campana si è protratta per quasi due ore e si è conclusa con la formula di rito «Sarà deciso» pronunciata dal presidente della Corte costituzionale Giovanni Amoroso. Ad aprire l’udienza la relazione del giudice Giovanni Pitruzzella, che ha ricordato come il presidente del Consiglio dei ministri abbia impugnato l’articolo 1 comma 1 della legge della Regione Campania numero 16 del 2024 «lamentando la violazione degli articoli 3, 51 e 122 primo comma della Costituzione».

«Accolta una tesi strampalata, progettata in udienza, che ha fatto inorridire autorevoli costituzionalisti. La buona notizia è che ci sarà molto lavoro per gli imbianchini. Si dovrà infatti cancellare in tutte le sedi giudiziarie del Paese la scritta: la legge è uguale per tutti». Lo dichiara il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca commentando quanto stabilito oggi dalla Consulta, che ha dichiarato incostituzionale la legge della Regione Campania numero 16 del 2024.

«I principi vanno rispettati, non recepiti, sono direttamente operativi». Questo un passaggio dell’intervento dell’avvocato dello Stato Ruggero Di Martino, che rappresenta, insieme all’avvocato dello Stato Eugenio De Bonis, la presidenza del Consiglio dei ministri nel ricorso presentato alla Consulta sulla legge campana relativa al terzo mandato, discusso oggi in udienza pubblica. Di Martino fa riferimento alla legge 165 del 2004, la norma statale che prevede la «non immediata rieleggilità, allo scadere del secondo mandato consecutivo, del presidente della giunta regionale, sulla base della normativa regionale adottata in materia». Secondo la tesi sostenuta nel ricorso, infatti, «la disposizione regionale impugnata, nella parte in cui esclude dal computo dei mandati quelli svolti precedentemente all’entrata in vigore della legge, si porrebbe in contrasto con il menzionato principio fondamentale, in violazione dell’articolo 122 primo comma e dei principi di eguaglianza e ragionevolezza di cui agli articoli 3 e 51 della Costituzione». Quindi, se la disposizione nazionale parla del divieto di terzo mandato, «ogni legge regionale deve rispettare questo limite». Di Martino aggiunge che l’intervento legislativo della Regione Campania «è assolutamente contrario alla previsione della Costituzione, che dice che una volta che c’è una legge regionale elettorale, questa deve contenere il divieto del terzo mandato». Un principio che «risponde anche a ovvie esigenze di coerenza con gli articolo 3 e 51 della Costituzione». Nel ricorso si sottolinea anche che «come sottolineato dalla giurisprudenza costituzionale, amministrativa, e dalla Corte di Cassazione, il divieto di terzo mandato consecutivo sarebbe funzionale all’esigenza di prevenire il rischio di concentrazione e personalizzazione del potere».

Nadia Cozzolino

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