Prima Trump aveva lanciato l’idea, solo l’idea, di trasformare la striscia di Gaza, oggi ridotta a un cumulo di macerie e dove l’esercito israeliano in questi mesi ha massacrato decine di migliaia di palestinesi, in una sorta di Riviera del lusso, una Las Vegas del divertimento. In queste ore quell’idea si è trasformata in un video veicolato in tutto il mondo, subito sottoscritto dallo stesso Trump, dove si vede una Gaza trasformata con grattacieli, macchine di lusso, danzatrici del ventre, dollari che piovono dal cielo per tutti, bambini con palloncini a forma di Trump e pure una mega statua d’oro dello stesso presidente americano. Nelle immagini che scorrono accompagnate da una bella canzone, c’è pure il presidente degli Stati Uniti che rimorchia la bella di turno, il premier israeliano Netanyahu che con lui sorseggia una bevanda e spunta più volte anche Elon Musk mentre addenta cibo gocciolante. L’idea originale di Trump, riassunta, è quella di spostare da Gaza in Egitto e Giordania, in cambio di bei dollaroni, due milioni di palestinesi e poi chiamare i suoi amici palazzinari a ricostruire la nuova Las Vegas del Medio Oriente. Scontate le reazioni indignate delle opposizioni di casa, che a gran voce hanno subito chiesto alla premier Giorgia Meloni di prendere le distanze dal pazzerellone americano. Ma Trump, chi gli sta attorno, tutto sono meno che dei pazzi. E le loro uscite, anche a noi che abbiamo qualche anno e abbiamo letto qualche libro sembrano solo delle sparate ebbene no, fanno parte di una studiata strategia delle nuove élite ormai padrone dei nostri dati che adesso con i loro strumenti di propaganda (X in testa) stanno inoculando ogni giorno, ogni ora e dappertutto simulazioni che puntano a sostituire la (vera) realtà. Si cancella il mondo reale, insomma, e così Gaza che oggi è piena di cadaveri, macerie e gente che vive in tendopoli, si trasforma in resort di lusso aperti agli amici paganti di Trump, Musk e Netanyahu. Ho chiesto a esperti di comunicazione, professori e docenti che cosa pensano di quanto sta accadendo, di come i cittadini possono difendersi e rimanere ancorati al reale, non essere portati a credere a questa iper-realtà. Sconsolati, mi hanno risposto: la sfida è persa. Sono rimasto di sasso, non è possibile, ci deve pur essere una soluzione. Mi hanno risposto, in sintesi, che dovremmo avere di fronte un sistema scolastico funzionante, che insegna, educa al pensiero critico; un sistema di welfare che aiuta e mette insieme le persone, costruisce comunità fondate sulla speranza di cambiare lo stato di cose e non sulla solitudine e la disperazione; forze politiche e classi dirigenti all’altezza delle sfide, capaci di resistere a queste forze oscure che dominano, grazie ai valori fondanti la Democrazia, il diritto alla verità, il rispetto dell’altro, la libertà di pensiero e di parola. Invece abbiamo una società disgregata, masse che rincorrono la cavolata del momento arrivata sul cellulare pronte a credere che plurimiliardari che hanno pensato solo a se stessi adesso sono pronti a trasformare anche loro in miliardari. L’iper-realtà è già presente nelle nostre giornate, invase da una narrazione inarrestabile sull’ultima notizia, che notizia non è ma solo flusso che punta a intrattenere e basta, a farci passare il tempo senza star lì a pensare se quello che si vede e sente è vero oppure no. Simulazione e realtà si rincorrono e sovrappongono e alla fine è tutto verosimile e accettato. Questi nuovi lor signori, così diversi dai padroni di un tempo che almeno qualcosa di concreto producevano, non fanno nulla, inondano soltanto la nostra immaginazione di promesse, modulano i nostri desideri, ci dicono che cosa è meglio per noi (alla fine per loro). In sostanza, questi nuovi padroni dell’inconscio stanno perfezionando la loro arte e alla fine sarà naturale, scontato, pensare che per risolvere la crisi (creata da loro) non c’è altra soluzione che affidarsi proprio a loro, loro come soluzione. Io non voglio pensare che non abbiamo scampo, che non ci resta che arrenderci e vivere nell’illusione diventata così reale che pure la realtà sembrerà illusoria.E’ una grande sfida e chi cerca di opporsi ha di fronte una potenza incredibile. Ho provato a chiedere all’Intelligenza artificiale che cosa si può fare per contrastare questo disegno criminale. A leggere le risposte mi vien da ridere, perché si torna nel vicolo cieco: 1) Difendere il giornalismo d’inchiesta, la prima linea di difesa è un giornalismo che smascheri le narrazioni costruite a tavolino; 2) Educare alla lettura critica dei media, le persone devono imparare a riconoscere le narrazioni costruite e interrogarsi su chi ha interesse a diffondere certe idee; 3) Smontare la propaganda, chi crea l’iperrealtà gioca con simboli, emozioni… bisogna decostruire questi meccanismi; 4) Usare la tecnologia per difendere la realtà, mantenere uno spazio per la realtà non mediata: il contatto diretto con il mondo, le esperienze non filtrata dallo schermo e l’interazione umana reale sono fondamentali per non restare intrappolati nella simulazione.
Nico Perrone