«Anche questa volta il copione si ripete: la sinistra litiga su tutto, dalla politica estera all’immigrazione, ma quando si parla di aumentare le tasse, alla fine riesce sempre a trovare un’intesa. Tra chi la vuole subito, chi la vuole solo in Europa e chi la desidera ma non lo dice troppo forte, la patrimoniale torna, come una puntuale litania, nel dibattito politico. Un ritornello ideologico che dimostra come, invece di pensare alla crescita del Paese, che sia al governo o all’opposizione, la sinistra sia sempre ossessionata da un solo obiettivo: mettere le mani nelle tasche degli italiani». A parlare è Michele Barcaiuolo, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Esteri e Difesa al Senato della Repubblica.
«Dove la sinistra governa – aggiunge Barcaiuolo – tassa e affossa sistematicamente il ceto medio. Ne vediamo una dimostrazione lampante in Emilia-Romagna, dove il nuovo presidente de Pascale ha varato la sua prima manovra, subito ribattezzata ‘lacrime e sangue’, che vedrà aumentare l’Irpef, i ticket sanitari, il bollo auto e l’Irap per le imprese, colpendo in particolare la classe media e chi lavora. Il presidente della regione utilizza la scusa della sanità per coprire anni di mala gestione targata Bonaccini che hanno lasciato un buco da 200 milioni. Alla fine, il risultato è sempre lo stesso: meno risorse per i cittadini e più tasse per chi produce ricchezza. L’ennesima conferma che, ovunque governi, il PD segue la stessa ricetta fallimentare fatta di aumenti fiscali e sprechi».
«Fratelli d’Italia dice no a questa visione. Non esistono «soldi pubblici», esistono i soldi dei contribuenti, e noi li difenderemo. Il governo Meloni sta riducendo la pressione fiscale, investendo nelle imprese e tagliando il cuneo fiscale per i lavoratori. Mentre noi aiutiamo chi produce ricchezza, c’è chi continua a volerlo punire, forse per una sorta di vendetta sociale; d’altra parte, è forse questo il fil rouge che lega la sinistra di oggi a quella di qualche decennio fa: tassare di più chi lavora e produce, nella folle speranza che la povertà si combatta impoverendo tutti». La conclusione del senatore.