Si ritiene che siano state le popolazioni che facevano parte dell’antica cultura Jamna a diffondere in Europa l’indoeuropeo, la lingua ancestrale da cui hanno avuto origine la maggior parte di quelle parlate oggi nel nostro continente. Questi antichi popoli sono quindi, in qualche modo, l’antenato comune di tutti gli europei dei giorni nostri. E due nuovi studi appena pubblicati su Nature indicano il loro più probabile luogo di origine: l’attuale Ucraina, e più precisamente il sito di Mykhailivka, nella valle di Dnipro, da cui proviene il più antico campione di Dna Jamna mai identificato. Fino ad oggi, in effetti, di questa popolazione non si sapeva poi molto. Le peculiarità principali della cultura Jamna sono le inumazioni nei kurgan (tumuli), delle tombe a fossa in cui i morti venivano posizionati in posizione supina, con le ginocchia piegate e ricoperti di colore ocra, l’introduzione del carro a ruote trainato da animali, e il fatto che siano stati i primi – almeno così ipotizza – ad addomesticare i cavalli. È noto inoltre che le popolazioni che fanno parte della cultura Jamna erano costituite da gruppi di pastori nomadi. Che arrivarono in Europa dalle steppe eurasiatiche a cavallo tra l’età del rame e quella del bronzo. E che si spinsero in profondità nel nostro continente, portando con sé la loro lingua, da cui hanno avuto origine le lingue indoeuropee come l’italiano, e il loro Dna, che ancora oggi costituisce circa il 40-60 percento del corredo genetico delle popolazioni dell’Europa centro-settentrionale. La prima delle due nuove ricerche, coordinata dal genetista Iosif Lazaridis dell’Università di Harvard, ha analizzato i genomi di 435 antichi abitanti della steppa pontico-caspica e delle aree circostanti, introducendo nel dataset numerose popolazioni che in precedenza non erano state campionate, e ha combinato le informazioni raccolte dalle analisi genetiche con dati geografici, archeologici e temporali, per modellare la storia della popolazione degli Jamna. I ricercatori propongono tre possibili antenati che si sarebbero mischiati con le popolazioni europee per dare origine alla cultura Jamna: un sottogruppo del Caucaso-basso Volga, un sottogruppo del Volga e uno dell’area di Dnipro. Il primo, in particolare, avrebbe contribuito per circa l’80 percento al Dna degli Jamna e al 10 percento a quello delle popolazioni che abitarono l’Anatolia durante l’era del bronzo. Per questo, gli autori ipotizzano che la popolazione che parlava la lingua da cui hanno poi avuto origine l’indoeuropeo anatolico e quello parlato in Europa abitasse l’area del Caucaso-basso Volga intorno al 4400 e il 4000 avanti Cristo. Il secondo studio ha invece sequenziato il Dna di 81 degli individui inclusi nell’analisi dell’altro team, studiando in che modo le popolazioni Jamna si siano formate, e poi diffuse nel continente europeo. I loro risultati suggeriscono che gli antenati degli Jamna abbiano raggiunto l’area del Caucaso-basso Volga in due ondate successive, mischiandosi con le popolazioni locali. E che in seguito una delle nuove popolazioni nate da questi incroci, proveniente dalla zona di Mykhailivka, nella valle di Dnipro, in Ucraina, e da qui si sia diffusa poi nel resto del continente europeo.
Simone Valesini