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 Il Garante della privacy blocca DeepSeek in Italia «in via d’urgenza»: i motivi

Gazzettino Italiano Patagónico by Gazzettino Italiano Patagónico
31 de enero de 2025
in Tecnología
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 Il Garante della privacy blocca DeepSeek in Italia «in via d’urgenza»: i motivi

DEEP SEEK DEEPSEEK AI IA INTELLIGENZA ARTIFICIALE CINESE GENERATE

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Il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto il blocco del servizio di chatbot DeepSeek in Italia. Lo rende noto la stessa autorità con un comunicato ufficiale. Una misura applicata «in via d’urgenza e con effetto immediato», per proteggere il «trattamento dei dati degli utenti italiani». «Il provvedimento di limitazione – adottato a tutela dei dati degli utenti italiani – fa seguito alla comunicazione delle società ricevuta oggi, il cui contenuto è stato ritenuto del tutto insufficiente», si legge nella nota. «Contrariamente a quanto rilevato dall’Autorità, le società hanno dichiarato di non operare in Italia e che ad esse non è applicabile la normativa europea», viene spiegato. Infine, «L’Autorità, oltre a disporre la limitazione del trattamento, ha contestualmente aperto un’istruttoria». Due giorni fa, il Garante «ha inviato una richiesta di informazioni a Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e a Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, le società che forniscono il servizio di chatbot DeepSeek, sia su piattaforma web che su app». «Considerato l’eventuale alto rischio per i dati di milioni di persone in Italia- si leggeva nella precedente nota- ha chiesto alle due società e alle loro affiliate di confermare quali siano i dati personali raccolti, da quali fonti, per quali finalità, quale sia la base giuridica del trattamento, e se siano conservati su server collocati in Cina». «Il Garante, inoltre, ha chiesto alle società che tipo di informazioni vengano utilizzate per addestrare il sistema di intelligenza artificiale e, nel caso in cui i dati personali siano raccolti attraverso attività di web scraping, di chiarire come gli utenti iscritti e quelli non iscritti al servizio siano stati o vengano informati sul trattamento dei loro dati».

Giusy Mercadante

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