«Desta preoccupazione l’accordo preliminare annunciato questa mattina fra Generali e BPCE, approvato a maggioranza ieri sera dal Consiglio di Amministrazione della compagnia e nonostante l’invito al rinvio formulato dal Collegio Sindacale, che conferisce ad una JV di nuova costituzione e con sede ad Amsterdam il controllo del risparmio gestito della compagnia nonché – in base a quanto riportato dalla stampa – l’intero patrimonio immobiliare della società. L’operazione, alla luce di quanto si legge e di quanto reso noto dalla Compagnia, rischia di avere impatti rilevanti per l’Italia ed i suoi risparmiatori. A fronte delle masse conferite costituite in gran parte dal risparmio nazionale, cui si aggiungono 15 miliardi di «capitale di avviamento e di accelerazione» conferiti alla nuova piattaforma da Generali nei primi 5 anni (nulla invece da BPCE) – come dichiarato dal Ceo Donnet questa mattina – il vertice manageriale vede una netta prevalenza di esponenti stranieri: tre francesi e un americano. Da quanto si apprende infatti Philippe Donnet, Group CEO di Generali, sarà vicepresidente, la carica di presidente sarà affidata a Nicolas Namias (CEO di BPCE), il ruolo di CEO spetterà a Woody Bradford, attuale CEO di Generali Investments Holding, e quello di vice-CEO a Philippe Setbon, CEO di Natixis Investment Managers. Il nuovo soggetto, inoltre, avrà sede legale ad Amsterdam allontanando così dal controllo delle autorità nazionali il soggetto gestore di enormi masse di risparmio italiano. Amsterdam offre infatti un quadro normativo più flessibile che potrebbe non garantire lo stesso livello di trasparenza e controllo rispetto a una sede in Italia. In considerazione del fatto che Generali è uno dei maggiori investitori nei titoli di Stato italiani con un’esposizione di 37 miliardi di euro, lo squilibrio nella governance e un allontanamento dei nostri risparmi dai presidi di controllo nazionali potrebbero avere ripercussioni sulla gestione di questi asset strategici ed evidenti riflessi sul debito pubblico nazionale. Preme ricordare come in Francia operazioni analoghe siano state gestite all’interno dei confini nazionali – vedi il recente accordo fra Axa e BNP – mentre altri paesi europei abbiano mostrato una certa prudenza nella cessione di fette del risparmio nazionale – vedi la trattativa naufragata per la cessione dell’asset management della tedesca Allianz ai francesi. Non siamo contrari alla nascita di un nuovo leader europeo nell’asset management, ma non possiamo nascondere la preoccupazione, per gli azionisti della società e per gli interessi nazionali, che questo nuovo protagonista della finanza continentale di italiano abbia solamente il denaro dei nostri risparmiatori. La recente istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario, finanziario e assicurativo, con particolare riguardo alla tutela dei risparmiatori votata qualche settimana fa in Senato per monitorare il complessivo funzionamento del sistema finanziario del Paese sarà lo strumento più adeguato per investire il Parlamento di questioni così importanti per l’interesse nazionale».
Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Fausto Orsomarso, capogruppo nella Commissione finanze e responsabile banche del Dipartimento economia di FdI.