«Otterrò che Elon Musk sia cacciato via entro l’insediamento. Non avrà un pass blu con pieno accesso alla Casa Bianca. È una persona davvero malvagia. Fermarlo è diventata per me una questione personale. Prima, dal momento che ha messo così tanti soldi, ero pronto a tollerarlo. Non più». Parola di Steve Bannon. Ex – dinamitardo – «capo stratega della Casa Bianca» del Trump 1, appena uscito di prigione, che cerca di riposizionarsi alla corte del Presidente degli Stati Uniti eletto. Bannon ribadisce al Corriere della Sera che il magnate sudafricano è nel suo «mirino» per l’immigrazione: «Il 76% degli ingegneri a Silicon Valley non sono americani. È una parte centrale del riprenderci la nostra economia. Sono i lavori migliori, e neri e ispanici non vi hanno accesso. L’unico obiettivo di Musk è diventare trilionario. Dovrebbe tornarsene in Sudafrica. Ha la maturità di un bambino. Francamente, le persone intorno a Trump sono stanche di lui. Abbiamo visto la sua natura intrusiva, la sua mancanza di comprensione dei veri temi e il suo appoggio solo per se stesso. Farà qualsiasi cosa per assicurarsi che ogni sua azienda sia protetta o abbia un accordo migliore o faccia più soldi. L’aggregazione di ricchezza e, attraverso la ricchezza, di potere: è questo il suo obiettivo. I lavoratori americani non lo tollereranno. Sono stato un sostenitore dell’assegno da 250 milioni di dollari che ha staccato per Trump e sono un sostenitore del suo coinvolgimento coi movimenti di estrema destra in Europa: spero che stacchi assegni e dia loro una piattaforma. Quello che non è positivo è che all’improvviso tenti di applicare le sue idee raffazzonate che puntano all’implementazione del tecno-feudalesimo su scala globale». «L’ho buttato fuori dalla Casa Bianca ogni giorno per 30 giorni di seguito nel 2017, quando cercava di ottenere sussidi pagati dai lavoratori americani, in pratica tasse su gente che guadagna 35 mila dollari l’anno, per la riscrittura del software di Tesla». «Speriamo di ispirare l’Italia a svegliarsi», aggiunge. «Il presidente Trump ha un’alta opinione di Meloni e sono certo che lei gli ha parlato anche della situazione in Ucraina. Mi rendo conto che c’è la questione iraniana, ma l’Ucraina è una delle cose più urgenti. Penso che Trump rispetti la comprensione di Meloni della situazione ucraina. Io sono la prima figura politica globale che ha appoggiato Meloni perché ne vedevo il potenziale. La cosa migliore che può fare è aiutare Trump a risolvere la situazione ucraina al più presto. E non deve venire negli Usa per farlo. Spero che Meloni abbia davvero cambiato idea sull’Ucraina e capito i suoi errori. Non parlo per Trump, parlo per l’estrema destra Usa e dico: per favore, aiuti il presidente a porre fine alla guerra e andare al tavolo negoziale. Può essere una grande intermediaria e, speriamo, rimediare ai suoi fallimenti nell’ultimo paio d’anni».
Maria Anzalone