Ipinguini africani (Spheniscus demersus) sono tra le specie di uccelli marini più minacciate a livello globale e hanno un’altissima probabilità di estinguersi. Le popolazioni sono diminuite del 90% negli ultimi 70 anni, arrivando a circa 8.500 coppie riproduttive. Negli ultimi mesi, per salvare la specie, è stato pubblicato un nuovo studio «Decades of artificial nests towards African penguin conservation—Have they made a difference?», su Ecological Solutions and Evidence della British Ecological Society, nel quale un team internazionale di ricercatori sudafricani e britannici parla dei passi compiuti dal Piano di gestione della biodiversità dei pinguini africani (BMP) del 2013 che comprendeva strategie per mantenere l’habitat della specie e incoraggiare una popolazione in crescita. Lo studio ha dimostrato che i nidi artificiali possono aumentare il successo riproduttivo nei pinguini africani. Alcune delle cause principali della diminuzione della popolazione sono dovute a fattori come la scarsa disponibilità di cibo, le fuoriuscite di petrolio e le perdite sottomarine. Ma anche i cambiamenti inaspettati del clima, il degrado dell’habitat e i disturbi umani hanno influenzato negativamente il loro ciclo vitale naturale, ostacolando non solo la loro sopravvivenza, ma anche le loro fasi di sviluppo e le stagioni dell’accoppiamento. La squadra di ricercatori, con a capo Lorien Pichegru dell’Institute for coastal and marine research della Nelson Mandela University – Gqeberhadella, ha tenuto sotto controllo il successo riproduttivo dei pinguini africani per ben 12 anni nelle otto più grandi colonie di pinguini africani in Sudafrica, monitorando settimanalmente sia i nidi naturali sia 4 tipi di nidi artificiali che imitano quelli naturali, dal momento della deposizione delle uova fino all’involo dei pulcini o alla rottura del nido. Hanno così scoperto che «I nidi artificiali hanno avuto prestazioni migliori dei nidi naturali e hanno aumentato la produzione riproduttiva del 16,5%». Lo studio sottolinea che: «I risultati dimostrano che i nidi artificiali possono rappresentare una misura di conservazione efficace per i pinguini africani, ma poiché non esiste un modello valido per tutti, sono necessarie strategie di conservazione specifiche per ogni colonia. Il continuo calo del numero di pinguini africani significa che sono necessarie ulteriori azioni di conservazione, oltre ai nidi artificiali, soprattutto aumentando la disponibilità di cibo». L’iniziativa dei nidi artificiali ha avuto un riscontro positivo, incrementando la capacità riproduttiva degli uccelli del 16.5% rispetto ai nidi naturali. I tassi di sopravvivenza dei pulcini sono lievemente più alti se confrontati con quelli delle uova nei nidi artificiali. «Il successo riproduttivo nei nidi naturali potrebbe essere stato leggermente sottostimato nello studio a causa delle difficoltà logistiche legate al loro monitoraggio. I nidi naturali monitorati per il successo riproduttivo vengono spesso scelti in aree accessibili per ridurre il disturbo e quindi possono essere maggiormente esposti alle intemperie e ai predatori», avvertono però, i ricercatori. Richard Sherley, coautore dello studio, aggiunge: «In questo studio non siamo sempre stati in grado di seguire da vicino il destino dei singoli uccelli o delle coppie riproduttive per diversi anni. Questo significa che non possiamo essere certi di quanta parte dei benefici da noi misurati derivi dal fatto che i pinguini «migliori» scelgono attivamente di riprodursi in nidi artificiali. Quindi, aiuterebbe anche la strategia di conservazione se potessimo capire cosa rende un nido artificiale attraente o meno per i pinguini». Ma resta ancora molto da fare, la ricerca futura potrebbe rendere i progetti di nidi artificiali ancora più efficaci, servono dunque, ulteriori studi e maggiori sforzi in questo ambito per comprendere meglio e sviluppare strategie di conservazione più accurate.
Francesca Danila