Merce acquistata da paesi comunitari ad un prezzo agevolato dal fatto che non veniva applicata l’Iva e poi rivenduta a una impresa italiana sottocosto, e con l’applicazione consueta dell’Imposta sul valore aggiunto che però non veniva versata all’Erario. Questo il meccanismo della cosiddetta ‘frode carosello’ che veniva messo in atto dai coinvolti nella mega evasione fiscale scoperta dalla Procura europea (Eppo) e che ha portato a 43 arresti. L’indagine ha fatto emergere anche il coinvolgimento di alcuni esponenti della mafia e della camorra che erano entrati nel business delle frodi carosello riciclando così il denaro proveniente da altre attività illecite. La merce, secondo quanto descritto dagli inquirenti, veniva acquistata da una società ‘cartiera’ dal fornitore comunitario e poi rivenduta in Italia. La società ‘cartiera’, però, invece di vendere ad un prezzo maggiorato per fatturare utile e versare l’Iva, cedeva la merce sottocosto e senza versare nulla allo Stato. La società, sprovvista di strutture operative e di dipendenti, e di norma gestita da prestanome, emetteva quindi fatture false e non versava l’imposta all’Erario. Dopo due anni veniva quindi chiusa e sostituita da un’altra azienda con le stesse caratteristiche. Uno schema fraudolento che, secondo gli inquirenti, consentiva di immettere sul mercato nazionale beni a prezzi molto concorrenziali e che prevedeva anche diversi passaggi con continue cessioni dei prodotti ad altre aziende inserite nel circuito «con l’esclusiva finalità – sottolineano dalla Procura europea – di rendere più difficile l’identificazione dello schema e dei suoi beneficiari finali» rappresentati dalle società broker. Queste erano imprese effettivamente operative che, acquistando i prodotti con l’applicazione dell’Iva, vantavano così nei confronti dell’erario dei crediti Iva. In alcuni casi il ‘carosello’ ricominciava dal momento che la stessa merce veniva rivenduta alle aziende comunitarie che avevano dato origine alla catena commerciale. Il volume complessivo delle fatture false emesse tra il 2020 e il 2023 è pari a 1,3 miliardi di euro.
Salvo Cataldo