La COP16 – Conferenza Internazionale sulla biodiversità dell’Onu in corso a Cali, in Colombia, fino a venerdì 1 novembre – si pone l’obiettivo di arrestare e invertire la perdita di biodiversità entro il 2050. Colmare il divario tra ambizioni e attuazione è la prossima frontiera nella lotta per la conservazione della vasta gamma di specie vegetali e animali che compongono la vita sulla Terra e degli habitat su cui si basano, compreso il nostro. Secondo la FAO, i progressi nella direzione della salvaguardia della biodiversità dipendono ora anche dall’integrazione dei sistemi agroalimentari nelle strategie e nei piani d’azione nazionali. Senza la ricchezza di risorse offerta dalla biodiversità, rischiamo la nostra capacità di nutrire il mondo in modo sostenibile. Alla Conferenza sulla biodiversità COP16 di quest’anno, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) si concentra sull’aiutare i membri a passare dagli impegni ai piani esecutivi. Sebbene gli obiettivi della biodiversità siano spesso associati ad animali esotici, aree selvagge incontaminate e zone di conservazione della natura, la chiave del successo globale è garantire la pace con la natura (Paz con la naturaleza – Pace con la natura è il titolo della Conferenza delle Parti) non solo proteggendo, ma anche assicurando la gestione sostenibile della biodiversità nei sistemi agricoli e alimentari. «Le soluzioni dei sistemi agroalimentari sono assolutamente centrali per affrontare le grandi sfide legate al clima, alla biodiversità e alla gestione del territorio» afferma il Direttore dell’Ufficio FAO per il Cambiamento Climatico, la Biodiversità e l’Ambiente, Kaveh Zahedi. «Devono essere considerati prioritari negli accordi ambientali multilaterali, ricevere maggiori risorse in termini sia qualitativi che quantitativi e diventare pienamente integrati nei processi di pianificazione e nelle strategie nazionali». Questa, secondo l’esponente della FAO, è la via da seguire. I settori agroalimentari – produzione vegetale e zootecnica, silvicoltura, pesca e acquacoltura – sono collegati in un modo o nell’altro a tutti gli obiettivi del Quadro globale per la biodiversità (GBF) della precedente COP15, tenutasi a Kunming, in Cina, e a Montreal, in Canada.
Nicola Giraudi