In occasione della presentazione del libro di Fiamma Nirenstein «La guerra antisemita contro l’Occidente» svoltasi presso la Fondazione Museo della Shoah a Roma, a cui hanno partecipato Ernesto Galli della Loggia, Francesco Verderame e Nicoletta Tiliacos, è intervenuto il Sen. Giulio Terzi (FdI) che ha subito sottolineato come il testo sia un libro di drammatica attualità ma anche di fiducia verso il futuro. I molti libri scritti dall’autrice hanno mostrato nel corso degli anni come antisemitismo e odio per Israele si siano saldati profondamente, anche attraverso l’azione sanguinaria del mostro tentacolare di Teheran, l’ayatollah Khomeini, che fin dal 1979 ha mosso una continua guerra per procura contro Israele. In questo senso, grazie ad Oriana Fallaci, di cui Fiamma Nirenstein è figlia spirituale, dobbiamo comprendere come sia solo l’Occidente a rispettare le regole nazionali ed internazionali sui diritti umani, sull’uso della forza, sulla giustizia internazionale, sul principio di proporzionalità, sulla libertà religiosa, sulle discriminazioni dovute all’orientamento sessuale. Dall’altra parte regna invece la legge del più forte, vige l’uso spregiudicato e arbitrario della violenza. Israele agisce e continua ad agire osservando sia il diritto internazionale, muovendosi all’interno dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite sulla legittima difesa, sia il diritto interno, perseguendo gli indiziati di crimini di guerra nelle proprie forze armate. Tutto questo dimostra come non esista omogeneità né uguaglianza di fronte al diritto nella comunità internazionale. Una parte significativa di attori statuali e non si ostina a non giocare secondo le regole internazionali sulla spinta di un mondo «woke», ben descritto da Fiamma, per cui lo slogan «jewish lives matter» non ha valore. È la ragione per cui non dobbiamo disarmarci intellettualmente, politicamente, e militarmente. Il quadro è aggravato dall’azione dell’artefice del massacro del 7 ottobre, Yayah Sinwar, che l’autrice descrive come un terrorista mosso dalla volontà non solo di distruggere Israele ma anche di ridurre la sua gente a «shahid», a martiri pronti a morire per liberare «la Palestina dal fiume al mare». Uno slogan che ha invaso le piazze e le strade di un Occidente che deve ancora realizzare pienamente la gravità di quanto sta accadendo e che non deve perdere occasione per neutralizzare falsità e disinformazione. Va in questo senso il caso di un componente della maggioranza del centro-sinistra nel Consiglio comunale di Brescia, Iyas Ashkar. Tra i tanti post antisemiti sui suoi social media, il consigliere ne aveva infatti diffuso uno, poi ritirato, in cui affiancava una bandiera tedesca nazista alla stella di David di Israele con una serie di indicatori e azioni che alludono ad una perfetta sintonia. Un paragone antistorico e inaccettabile che accomuna atrocemente, tra l’altro, lo sterminio degli ebrei nei campi di concentramento nazisti all’operazione per sradicare Hamas a Gaza e Hazbollah nel sud del Libano, effettuata da Israele dopo la gravissima aggressione terroristica del 7 ottobre 2023. Nel denunciare questi atti di antisemitismo, Terzi ha concluso leggendo con le parole di Fiamma Nirenstein: «L’antisemitismo è la testa d’ariete contro l’Occidente ed Israele è il baluardo formidabile contro questa testa d’ariete che si sta già sfaldando».