L’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) ha espresso interesse per l’adozione di misure volte a limitare l’accesso ai contenuti pornografici da parte dei minori, e una delle ipotesi sul tavolo è l’uso dello SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) per la verifica dell’età. Tuttavia, l’AGCOM non ha ancora adottato una posizione definitiva o ufficiale sull’utilizzo specifico dello SPID per accedere ai siti pornografici. L’idea di utilizzare il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) per verificare l’età degli utenti che accedono a siti pornografici ha suscitato un dibattito acceso in Italia. La proposta, nata dall’esigenza di proteggere i minori dalla fruizione di contenuti espliciti online, ha sollevato questioni legate alla privacy, alla sicurezza dei dati e alla libertà individuale. Analizziamo i vari aspetti di questa proposta e le ragioni alla base delle diverse opinioni. L’ipotesi è quella di utilizzare lo SPID, un sistema di identificazione digitale già usato per accedere a servizi della pubblica amministrazione, per verificare l’età degli utenti che desiderano accedere a siti per adulti. In questo modo, si garantirebbe che solo chi ha almeno 18 anni possa visualizzare contenuti pornografici. L’idea si ispira a misure adottate in altri paesi, come la Francia e il Regno Unito, dove sono stati introdotti sistemi per limitare l’accesso ai siti pornografici ai soli adulti.
VANTAGGI DELLA PROPOSTA
- Protezione dei minori: Il principale obiettivo della proposta è tutelare i minori dall’esposizione a contenuti inappropriati. L’accesso a materiale pornografico è sempre più semplice e avviene spesso già in età molto giovane, con potenziali effetti negativi sullo sviluppo psicologico e sessuale.
- Utilizzo di una tecnologia già disponibile: SPID è già largamente utilizzato in Italia per l’accesso ai servizi della pubblica amministrazione, come dichiarazioni fiscali, prenotazioni sanitarie e altro ancora. L’introduzione di questa misura per la verifica dell’età non richiederebbe quindi la creazione di nuovi sistemi, ma piuttosto un’estensione dell’uso di uno strumento esistente.
- Maggiore controllo sull’accesso ai contenuti per adulti: Attraverso l’utilizzo dello SPID, i fornitori di contenuti pornografici sarebbero obbligati a rispettare normative più severe, limitando l’accesso solo a chi può dimostrare di essere maggiorenne.
CRITICHE E PREOCCUPAZIONI
- Privacy e sicurezza dei dati: Uno dei principali ostacoli alla proposta è il timore che l’uso dello SPID per l’accesso a siti pornografici possa compromettere la privacy degli utenti. Nonostante le rassicurazioni sul fatto che non verrebbero registrate informazioni sui siti visitati, molti ritengono che l’associazione tra la propria identità digitale e l’accesso a contenuti per adulti rappresenti un rischio significativo. La preoccupazione è che i dati possano essere usati impropriamente o esposti a violazioni.
- Anonimato online: L’accesso a contenuti per adulti è una questione delicata e molti utenti preferiscono mantenere l’anonimato per evitare giudizi sociali o problemi personali. L’obbligo di utilizzare lo SPID potrebbe scoraggiare le persone dall’accedere a questi siti o spingerle a cercare modi alternativi per aggirare la verifica dell’età, come l’uso di VPN o piattaforme non regolamentate.
- Impatto sul mercato del porno legale: L’introduzione di una misura del genere potrebbe favorire il proliferare di siti illegali o non regolamentati, dove la verifica dell’età non è richiesta. Questo potrebbe portare gli utenti a preferire piattaforme meno sicure e più pericolose dal punto di vista della protezione dei dati personali e della qualità dei contenuti.
- Esclusione digitale: Non tutti in Italia hanno accesso o familiarità con lo SPID, soprattutto tra le persone più anziane o coloro che non sono tecnologicamente alfabetizzati. Ciò potrebbe creare barriere di accesso non solo per i minori, ma anche per adulti legittimamente interessati a fruire di contenuti per adulti.
Esistono altre soluzioni che potrebbero garantire una maggiore protezione dei minori senza necessariamente utilizzare lo SPID. Alcuni suggeriscono l’uso di carte di credito prepagate o altri metodi di pagamento per verificare l’età, dato che solo i maggiorenni possono ottenere tali strumenti finanziari. Un’altra opzione potrebbe essere l’uso di sistemi di riconoscimento facciale per stimare l’età dell’utente, pur essendo una soluzione più controversa e invasiva. Inoltre, si potrebbe incentivare l’educazione sessuale e la sensibilizzazione delle famiglie sull’importanza di monitorare l’accesso dei minori a internet, promuovendo al contempo un uso più consapevole della tecnologia da parte dei giovani. L’Italia non è l’unico paese ad affrontare la questione dell’accesso ai siti pornografici. In Francia, ad esempio, il governo ha introdotto una legge che obbliga i siti a verificare l’età degli utenti, con multe elevate per chi non rispetta le regole. Anche nel Regno Unito sono state proposte misure simili, ma sono state criticate per i problemi legati alla privacy e alla sicurezza dei dati.
Piero Bonito Oliva