L’esercito israeliano ha rivendicato l’uccisione di Hassan Nasrallah, il segretario generale del partito libanese Hezbollah e della sua ala armata. L’assassinio sarebbe avvenuto nel corso del bombardamento contro vari obiettivi a Beirut nella giornata di ieri. Lo riferisce Al Jazeera, citando la radio dell’esercito israeliano. E alla fine, dopo diverse ore di attesa, è arrivata la conferma della morte del proprio leader anche da parte di Hezbollah, l’annuncio infatti è stato dato dalla tv al Manar con la lettura di un comunicato del partito dei miliziani. L’organizzazione libanese nella nota riferisce, all’indomani dei bombardamenti israeliani su Beirut sud, che il segretario generale è stato colpito a morte ieri sera: «Il maestro della resistenza si è mosso al fianco del suo Signore come un grande martire». Dopo la conferma da parte dell’esercito libanese non erano giunte conferme: anzi, l’agenzia stampa iraniana Tasnim sosteneva che il leader libanese si sarebbe trovato in una «località sicura». In mattinata l’Idf ha dato l’annuncio anche sui social del ‘successo’ della propria operazione: «Hassan Nasrallah will no longer be able ti terrorize the word» (trad. Nasrallah non sarà più capace di terrorizzare il mondo). Confermato invece a 38 il numero dei morti dopo il bombardamento contro Beirut. L’intenso raid è scattato nel pomeriggio, subito dopo il discorso del primo ministro Benjamin Netanyahu all’Assemblea generale delle Nazioni unite, dove il premier ha accusato l’organizzazione di antisemitismo, in un’aula quasi vuota, dopo che numerose delegazioni sono andate via per protesta. La testata locale Al-Mayadeen avverte che sono stati rasi al suolo 9 edifici condominiali, dove risiedevano civili. I soccorritori si sono subito recati sul posto. Mentre dopo il raid sono stati evacuati gli ospedali della periferia meridionale di Beirut. Lo ha comunicato il ministero della Sanità, esortando gli ospedali delle aree non colpite a non recuperare casi non ritenuti urgenti. Nelle ultime ore inoltre gli attacchi di Israele sono continuati, concentrandosi nella valle della Beka’a, nel Libano orientale verso il confine con la Siria. L’obiettivo dichiarato sono ancora le postazioni di Hezbollah, che si concentrerebbero qui come nel sud. Nuove accuse anche in questo caso di civili coinvolti come denunciano vari media locali. Il bilancio non è stato ancora diffuso.